Il sindaco inedito

Walter Ventroni si confessa con il suo mondo e ammette: «Ho solo da ringraziare la vita. Chinare la testa e dire "grazie" con deferenza e riconoscenza per quello che ho avuto». Presentando il suo libro alla Festa dell'Unità, intervistato da Corrado Augias, il sindaco di Roma si lascia andare. E racconta: «Poche volte ho pianto nella mia vita. Una mi è capitato di recente, quando ho letto in treno 'Bambini nel tempo' di Ian McEwan che narra di una bimba che sparisce. Avevo davanti a me una signora che mi ha riconosciuto e mi guardava curiosa». Poi gli parte una battuta: «Vedendomi piangere avrà pensato che stavo leggendo i risultati elettorali». Parla delle figlie e narra di «quanto è stato difficile spiegare loro che un tempo al telefono si metteva il lucchetto, oppure che esisteva il duplex. Lo ricordate il duplex?». Si torna ai ricordi alla madre Ivanka, che si ritrovò a 33 anni senza il marito: «Io avevo un anno, mio fratello sette. Ma questa donna di origine slovena ci ha fatto tanto ridere, ci ha fatto trascorrere una giovinezza allegra». L'ultima battuta è sul terrorismo, «la più inutile guerra che sia stata combattuta, ricordiamocene». Il pubblico applaude, finora non ha ancora incontrato nessun politico così «umano». F . D. O.