Il segretario dell'Ugl Renata Polverini

Destra e sinistra una volta al governo seguono inevitabilmente la medesima strada: per risanare i conti pubblici vanno a colpire la previdenza». Così commenta desolata il segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini, le ultime notizie su Finanziaria e governo Prodi. La leader del sindacato autonomo ha dovuto restringere un po' il periodo di vacanza visto che la battaglia sulla Finanziaria è già cominciata. È tornata a Roma, combattiva, pronta per affrontare l'ennesimo «autunno caldo». Sta dicendo che con il centrosinistra al governo non si vedono grandi differenze rispetto al passato? «Quel che è sicuro che cambiano i governi ma a rimetterci sono sempre gli stessi, i più deboli: i lavoratori e i pensionati. È triste constatare che i governi italiani, a prescindere dal loro colore, per ripianare il deficit e affrontare le difficoltà di bilancio vadano sempre a pescare tra le risorse certe, ovvero le pensioni, e invece le rendite non le tocca mai nessuno». Ma aveva qualche speranza che con l'Unione qualcosa cambiasse davvero? «Sinceramente ero più fiduciosa, non mi aspettavo che andasse così. Anche perché c'è una differenza enorme tra quello che promettevano prima delle elezioni e quello che stanno facendo ora. Soprattutto credevo che si aprisse una fase nuova. Gli ultimi cinque anni con il governo Berlusconi sono stati difficili, c'è stata una grande tensione sociale. Il centrosinistra all'opposizione chiedeva fiducia proprio prospettando un cambiamento. Ma questa inversione di marcia per ora non si vede». Cosa avrebbe dovuto fare il governo Prodi? «Per anni dall'opposizione i partiti del centrosinistra hanno promesso che una volta tornati al governo sarebbe ripartita la concertazione. Ma non è stato così. La concertazione semplicemente non si fa. E allora viene da chiedersi se non sia solo un luogo comune che la sinistra tuteli i più deboli». Forse le difficoltà derivano dalle diversità di posizioni che il centrosinistra comprende? «Questo certo spiega molte cose. E, infatti, in un certo senso si può dire che la concertazione ora il centrosinistra la fa al suo interno. Le decisioni prese sono sempre frutto di compromessi tra i partiti della colazione. Per questo certi partiti, penso a Rifondazione e ai Comunisti italiani, si comportano come organizzazioni sindacali. Ma in verità in questo modo i provvedimenti sono solo frutto di mediazione politica, mentre i lavoratori e sindacati rimangono fuori». Il governo Prodi può sopravvivere a queste contraddizioni? «Il ministro Padoa Schioppa deve capire che se insiste nel voler tagliare le spese previdenziali, quelle della sanità e degli enti locali rischia di non avere più una maggioranza. Ora il gran caldo è passato, speriamo sia il tempo dei miti consigli».