L'Unione spaccata

A rimandare al mittente le proposte del professore, «Liberazione», il quotidiano che fa riferimento ai Comunisti Italiani, che di missione in Libano non vuole davvero sentirne parlare. E così dopo la vicenda della missione in Afghanistan, la sinistra radicale ritorna a dettare l'agenda politica del Governo. E lo fa con un articolo pubblicato ieri proprio su «Liberazione», dove senza indugi ha bollato come «sconcertante» e «inaccettabile la facilità con cui l'intero centrosinistra e gran parte dell'area pacifista hanno approvato l'immissione di militari italiani nella guerra in Libano». In realtà per il giornale comunista si tratta di una nuova «missione bellica travestita more solito da missione di pace» che porterebbe il Governo Prodi ad «ignorare la portata del conflitto libanese». Un conflitto che in realtà nasconde «il fatto che Israele ha fatto da braccio armato alla volontà statunitense di destabilizzare totalmente la zona». A muovere i fili secondo «Liberazione» sarebbero gli Usa, che tenderebbero anche ad «arrivare ad uno scontro diretto con la Siria e di mettere le spalle al muro l'Iran, nella prospettiva del Grande Medio Oriente» che per il quotidiano comunista sarebbe «dominato dagli Stati Uniti». Da qui la domanda sul «perché di tanta leggerezza da parte del centrosinistra» nel sostenere questa missione. Secca la risposta di «Liberazione», che punta il dito contro le «esigenze sub-imperialistiche del capitalismo italiano che privo di ricchezze strategiche e di forza economica autonoma ritiene di poter partecipare al banchetto liberista mondiale solo attraverso un ruolo di mediatore». Ma «Liberazione» non si ferma e va oltre, accusa l'ala pacifista dello schieramento «unionista» ed i «cugini» di Rifondazione Comunista interpreti, a suo dire, della linea generale di «restare al governo a tutti i costi». Quali alternative, quindi? «Liberazione» guarda al Forum Sociale Europeo previsto per la fine di settembre ad Atene. Rilancia l'appuntamento che potrebbe «estendere la piattaforma ai nuovi eventi libanesi», e richiamare al confronto sul tema tutti coloro che «sono con la resistenza dei popoli e che ne vedono con soddisfazione crescere la forza». Altro che guida italiana della missione militare Onu in Libano.