IL CENTRODESTRA ribadisce il proprio «no» alla proposta di Prodi e accusa il premier di voler modificare ...

«Ma non sarà che Prodi - attacca il portavoce di An Andrea Ronchi - parla di riforma perchè pensa che sarà presto costretto a elezioni anticipate?». Anche il presidente dei senatori azzurri Renato Schifani non ha dubbi: «La legge elettorale si cambia a fine legislatura, Prodi così certifica la sua caduta nero su bianco». Qualcuno, però, si spinge ad avanzare delle proposte. È il caso del vicepresidente del Senato Mario Baccini (Udc) che invita a prendere spunto dal modello delle comunali. L'ex-ministro delle Riforme Calderoli, poi, si dice convinto che quello sulla modifica del sistema elettorale sia «il solito tormentone estivo». «Di solito - ironizza - le cose che vengono tirate fuori ad agosto, a settembre...». L'Ulivo, però, sembra deciso a procedere. «In campagna elettorale - ragiona il senatore Natale D'Amico - ci siamo impegnati per cambiare la norma. Ora, se il centrodestra è disponibile a ragionare su possibili cambiamenti bene, altrimenti al centrosinistra non resta che tornare al Mattarellum». E alla Camera, è già stata depositata, a metà maggio, una proposta di legge a prima firma Valdo Spini che potrebbe essere il testo base sul quale avviare la discussione. La pdl propone un sistema elettorale misto, per tre quarti uninominale maggioritario a doppio turno e per un quarto proporzionale con soglia di sbarramento al 5 per cento, come nel sistema tedesco. Qualcosa che assomiglia all'ipotesi avanzata in un'intervista dal presidente della I commissione di Montecitorio (la sede dove il provvedimento verrà discusso), Luciano Violante.