Il Papa cauto: «Quella del G8 può essere una strada»

«Mi ritrovo pienamente nel comunicato del G8: mi sembra che questo indichi la strada», ha detto il Papa ieri pomeriggio al rientro da un'escursione al passo del Gran San Bernardo, a proposito di cosa dovrebbe fare la comunità internazionale rispetto all'attuale stato di guerra in Medio Oriente. «Non avrei altre cose da aggiungere - ha proseguito il Pontefice, che per la cessazione degli scontri aveva lanciato un accorato appello domenica all'Angelus a Les Combes - se non l'importanza della preghiera perchè Dio ci aiuti». Tra le montagne di Les Combes, intanto, la giornata di Benedetto XVI non è fatta di solo riposo e di passeggiate sugli alpeggi. Chi lo conosce bene sa che il Papa teologo ha l'abitudine di concentrarsi sugli amati studi teologici. Letture impegnate che alterna agli inevitabili dossier che si è portato da Roma. Alla fine di questa settimana, o al massimo per la prossima, nello chalet di legno e ardesia si attende l'arrivo di un ospite speciale: il cardinale Tarcisio Bertone, nuovo segretario di Stato che entrerà in funzione il prossimo 15 settembre. Sarà con lui che il Papa parlerà del programma dei mesi a venire. Un programma denso di nodi cruciali: dalla riforma della curia per snellirla e renderla maggiormente efficiente, alle nomine di importanti dicasteri in scadenza, compreso il nome di colui che sarà designato a sostituire il ministro degli Esteri, mons. Giovanni Lajolo. Dal «buen retiro» blindatissimo le notizie sulla giornata di papa Ratzinger - scandita da ritmi quasi monastici - filtrano col contagocce, ma da quello che si apprende non c'è all'orizzonte nessun libro su Gesù, anche se si tratta di un vecchio progetto nel cassetto al quale ha dedicato sforzi durante le vacanze aostane l'anno scorso. Così come non sembra vi sia nessuna enciclica sul lavoro, come invece hanno riportato alcuni media latino-americani. Piuttosto pare verosimile che il Papa stia preparando le tracce dei discorsi che pronuncerà nell'atteso viaggio in Baviera fissato per settembre, e per quelli che terrà in Turchia, in novembre. Una tappa, questa, molto importante sia sotto il profilo dei rapporti con la realtà ortodossa, sia perchè sarà il primo paese a maggioranza musulmana che Benedetto XVI visiterà. Alleggerito dalla mole degli obblighi istituzionali di Roma, il pontefice si concede comunque escursioni in quota, visite a conventi di suore e, come è accaduto oggi pomeriggio, puntate oltreconfine. In Svizzera, sul Passo del Gran San Bernardo, ha sconfinato per pregare con la comunità dei frati, dopo essersi fermato lungo il tragitto presso le suore benedettine di Chateau-Verdan. Dopo i vespri con i frati non ha mancato di andare a vedere uno dei più celebri allevamenti di cani di tutta Europa: i San Bernardo, animali intelligentissimi e utili durante le operazioni di soccorso nella neve. «Con le suore benedettine abbiamo avuto un bell'incontro e abbiamo pregato insieme - ha raccontato lo stesso pontefice intrattenendosi brevemente con i giornalisti al rientro a Les Combes -. Poi siamo stati sul Gran San Bernardo, dove abbiamo pregato i vespri con i monaci e con la gente, prima di un bell'incontro nel refettorio».