Dopo i tassisti An difende i farmacisti

Così, secondo una nota dell'ufficio stampa di An a Palazzo Madama, il presidente di Federfarma Giorgio Siri e il direttore generale della Federazione degli Ordini dei farmacisti Antonio Mastroianni hanno commentato, durante l'incontro con il gruppo di An al Senato, il contatto avuto ieri con la segreteria del ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani. Accompagnati da Paolo Betto, responsabile dei rapporti istituzionali di Federmarma, Siri e Mastroianni hanno incontrato il presidente dei senatori di An Altero Matteoli, l'ex ministro della Salute Francesco Storace, il vicepresidente della commissione Sanità Cesare Cursi, il capogruppo in commissione Domenico Gramazio e il componente della stessa, Achille Totaro. Al centro della discussione, si legge nella nota, l'articolo 5 del decreto che consente la vendita negli esercizi commerciali e sugli sconti dei farmaci da banco, sulla spesa sanitaria e sul riordino del settore farmaceutico. «Ci sentiamo penalizzati - ha denunciato Siri, secondo la nota - da alcune norme del decreto che in particolare determinano una dequalificazione del ruolo e della professionalità dei farmacisti trattati alla stregua di semplici commerciante e non come operatori della salute. Il decreto favorisce una concorrenza sleale apportando benefici alla grande distribuzione e danni alle farmacie legate a orari, turni ed altre norme specifiche». «Inoltre - ha aggiunto il presidente di Federfarma - venendo meno l'obbligo per i grossisti farmaceutici di detenere il 90% dei medicinali in commercio, sarà facile per il consumatore non trovare il farmaco necessario in tempi rapidi con nocumento per la sua salute. Un altro aspetto deleterio è la possibilità che le società cooperative che gestiscono le farmacie potranno avere la titolarità di un numero infinito di punti vendita». Storace, nel garantire l'impegno del gruppo di An per modificare il decreto, ha evidenziato come «il dl contenga misure che appaiono privilegiare solo la grande distribuzione e quindi gli interessi dei gruppi vicini alla sinistra».