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Bersani ai tassisti: vantaggi economici anche per la vostra categoria

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E spiega che la liberalizzazione delle licenze non danneggerà i tassisti. Anzi. Probabilmente, la categoria ne trarrà vantaggi economici. A margine di un convegno su «Nuova economia e nuova società» organizzato da «Cominciamodacapo» che si è svolto al Castello di Camino, il ministro per lo Sviluppo economico ha sottolineato che «le regole non si concertano, ma la disponibilità a uno scambio di opinioni c'è». «Se si è arrivati a questa formula - ha fatto notare Bersani - è perchè siamo stati ammaestrati dall'esperienza di una lunga catena di proposte di legge in parlamento. Ma quando queste categorie che protestano leggeranno le norme, le capiranno forse un po' meglio, a iniziare dai tassisti». Entrando un minimo nei dettagli, il ministro ha ricordato che il decreto legge «dà potere ai Comuni di fare o non fare l'operazione di allargamento delle licenze e, comunque, i soldi che ne derivano, vengono distribuiti fra i tassisti che hanno le licenze e quindi non ci saranno impoverimenti. Certamente - ha aggiunto - parleremo con loro e vedremo se ci sono elementi da migliorare, ma la strada che abbiamo preso dovrà proseguire». Bersani si è detto anche disponibile ad accettare «arricchimenti che potranno venire dall'opposizione». Quindi, dopo aver comunicato che nell'agenda ci sono da affrontare i temi dell'energia, il ministro ha fatto un annuncio: «Domani - ha detto - riunisco il consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti e proporrò che sia messo a disposizione come supporto al parlamento». Bersani, infine, ha detto di condividere la proposta formulata nel corso di una tavola rotonda da Marco Follini (Udc), di un «presidio in qualche misura parlamentare che si occupi dei temi delle liberalizzazioni e della concorrenza». Anche il premier è intervenuto sulle polemiche nate dopo il varo delle liberalizzazioni da parte del governo. Prodi ha spiegato le ragioni del provvedimento e si è poi rivolto alle categorie, da tassisti a farmacisti, che hanno manifestato contrarietà: «Guardate bene questi provvedimenti prima di rifiutarli». Il Professore è convinto che l'opinione pubblica sia favorevole alle liberalizzazioni: «La gente ha capito che questi cambiamenti sono necessari per avere un mercato veramente libero, per permettere un maggiore accesso alle professioni. Mi sembra che sia passato il concetto che un mercato più libero significa più opportunità per tutti». «Un cambiamento necessario» e che non poteva essere rimandato. «Questi cambiamenti - ha detto ancora il presidente del Consiglio - se non vengono fatti quando si è a tempo, poi si devono fare in modo traumatico. Anche perchè da tanti anni l'immobilismo in questi settori è stato pagato con un ritardo del nostro Paese e in alcuni casi è stato considerato come inadempienza, soprattutto nei confronti dell'Unione Europea». Schierati compatti a favore del decreto sono, naturalmente, gli «alleati» radicali del ministro. «È proprio vero che la cosiddetta Casa delle Libertà è ridotta a un colabrodo. Senza voler entrare nel merito, ma rimanendo ad una cronaca dei fatti - ha affermato l'eurodeputato del Pdci Marco Rizzo - Lo dimostrano anche le reazioni scomposte, ma soprattutto fra loro contrastanti, che hanno avuto all'indomani del decreto legge Bersani. Si tratta di un'opposizione divisa che brancola nel buio, spaccata in due come una mela, tra coloro che sono pregiudizialmente contrari e coloro che sono a prescindere possibilisti». Per il sottosegratario all'Economia Paolo Cento «con la manovra sulla competitività voluta da Bersani finalmente si rompe il monopolio delle corporazioni e si apre una pagina positiva di democrazia economica tesa a tutelare i diritti dei cittadini e dei consumatori. Ma- avverte Cento - la liberalizzazione dei servizi non può essere in alcun modo intesa come una politica liberista su beni che devono rimanere sotto il controllo pubblico per il loro valore sociale e ambientale».

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