Prodi fa Napoleone: «Sono il primo della classe»

Il premier fa i fuochi d'artificio per convincere i 25 partner dell'Unione sulla solidità della coalizione di centrosinistra. «Non ho cambiato testa cambiando mestiere: oggi al Governo, come lo fui in Europa alla testa della Commissione quando sorvegliavo il comportamento degli altri paesi, voglio comportarmi da primo della classe». Il premier vuole rassicurare i partner europei sulla capacità del suo esecutivo di risanare i conti pubblici ricorrendo alla «ricetta del controllo sia delle uscite sia delle entrate» e colpendo in particolare l'evasione fiscale. Prodi non solo vuole offrire di sè l'immagine di un leader forte che può contare su una coalizione «molto vasta e complicata, ma che si trova d'accordo quando si tratta di decidere». Al contempo, lancia alle cancellerie europee un messaggio chiaro: chiuso il capitolo Berlusconi, «l'Italia rientra attivamente nella politica europea». «Voglio che sia chiaro a tutti in Europa - ha scandito il premier alla conferenza stampa congiunta con il cancelliere austriaco Wolfang Schuessel - che c'è una nuova fase nella politica italiana in cui l'Europa e il legame con i paesi europei ha un'assoluta priorità: la nostra politica si forma insieme a quella dei partner europei». Concetto, questo, che Prodi ribadisce al presidente francese Jacques Chirac, che ha incontrato a Parigi subito dopo la tappa di Vienna. Oggi Prodi vedrà a Berlino il cancelliere tedesco Angela Merkel e poi tutti i 25 riuniti al Summit del 15 e 16 giugno a Bruxelles. A Parigi prodi ha affrontato la questione del ritiro delle truppe dall'Iraq. «Stiamo lavorando» ha detto, affinchè il rientro del contingente italiano dall'Iraq «avvenga senza introdurre irritazioni con gli alleati, tanto meno con gli americani». Il premier ha portato a Parigi, nel suo colloquio con Jacques Chirac prima e con il collega Dominique de Villepin poi, il dossier Enel. E spiega che il gruppo italiano «è giustificato» nelle sue strategie. Anche alla luce del fatto che i francesi in Italia hanno un 20% del mercato e che quindi serve «simmetria». Ma Chirac frena e tiene a sottolineare che la Francia «privilegia le offerte amichevoli». Un ribadire le rispettive posizioni che però non sembra una chiusura. Tanto che il dossier francese dell'Enel sarà al centro - annuncia lo stesso premier italiano - di un incontro «il prima possibile tra ministri» competenti dei due paesi. E potrebbe essere uno dei tasselli di una strategia più ampia di collaborazione italo-francese che passi anche per un'altro tema di interesse comune, quello Finmeccanica Thales. Il premier riferendosi al dossier francese dell'Enel e alle sue strategie per conquistare la belga Electrabel, non escludendo anche un'opa sull'intero gruppo Suez, ha sottolineato a Chirac e De Villepin il «grande problema della simmetria tra Francia e Italia nei rapporti economici e della necessità di operare perch? acquisizioni e fusioni non siano tutte in un senso». E, in questa direzione, ha spiegato che l'Enel è «più che giustificata»: «ne ho parlato col presidente del Consiglio e ho sottolineato la presenza enorme che Edf ha in Italia. Edf ha più del 20% del mercato italiano e penso quindi che la strategia dell'Enel è più che giustificata», ha ribadito Prodi.