«La guida siano i valori cristiani»

Ma non solo: Ratzinger ha anche invocato «la costante assistenza divina» sul Capo dello Stato «per una illuminata ed efficace azione di promozione del bene comune nel solco degli autentici valori umani e cristiani che costituiscono il mirabile patrimonio del popolo italiano». Parole misurate, dunque, rispettose ed anche chiare. Benedetto XVI ha voluto da subito mostrare con delicatezza quelle che sono le sue aspettative sul lavoro che il capo dello Stato andrà a svolgere al Colle. Prima di tutto la promozione del bene comune e quindi la difesa degli autentici valori umani e cristiani che sono parte integrante del popolo italiano, che ne sono «mirabile patrimonio». Prontamente, è arrivata la risposta di Napolitano che ha dichiarato di trarre dal richiamo del Papa «ai valori umani e cristiani del popolo italiano motivo di incoraggiamento nell'impegno che mi accingo ad assumere». Napolitano si è rivolto al Pontefice dicendosi «toccato dalle cordiali espressioni di augurio che mi ha fatto pervenire». Ieri, a parte le parole del Pontefice, dalla Santa Sede non sono arrivati commenti di rilievo all'elezione di Napolitano. In generale, dell'ex presidente della Camera si apprezza l'alto valore istituzionale e si confida nella sua capacità di dialogo e di comprensione delle prerogative che sono proprie di quella parte del paese che si ispira ai fondamenti religiosi cari al cristianesimo. Con ogni probabilità lunedì prossimo, toccherà al presidente della Cei, il cardinale Camillo Ruini, dire la sua nella attesissima prolusione di apertura dell'assemblea generale dei vescovi italiani. E a proposito della difesa e valorizzazione dei valori umani e cristiani richiamati da Ratzinger all'interno del telegramma inviato a Napolitano, proprio ieri mattina è stato lo stesso Pontefice, 24 ore dopo la nomina di Napolitano e a pochi giorni dalla vittoria dell'Unione alle lezioni politiche, ad affondare il colpo sulla necessità di riconoscere il matrimonio contro altri tipi di unione «basate su un amore debole». La «differenza sessuale» di uomo e donna «non è un semplice dato biologico», ha detto il Papa ma esprime la «forma di amore» volta alla «comunione di persone aperta alla trasmissione della vita».