È già conto alla rovescia. Lunedì il primo voto

Il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, sentito il Presidente del Senato, Franco Marini, ha convocato il Parlamento riunito in seduta comune, lunedì 8 maggio. Ma vediamo quale è il meccanismo di elezione del capo dello Stato. Il presidente della Repubblica è eletto nell'Aula di Montecitorio dal Parlamento in seduta comune integrato da 58 rappresentanti delle Regioni: ogni regione ne elegge tre con l'eccezione della Valle d'Aosta che ne elegge uno. Visto che siamo a Camere sciolte, la Costituzione prevede che la seduta doveva essere convocata dal presidente della Camera, in accordo con il presidente del Senato, entro 15 giorni dalla prima riunione delle nuove Camere, che è stata il 28 aprile; di conseguenza, il termine ultimo era il 13 maggio. La seduta è presieduta dal presidente della Camera, che ha al suo fianco il presidente del Senato: in questo caso si tratta dei neoeletti Fausto Bertinotti e Franco Marini. Il primo atto della seduta comune è la lettura dell'elenco dei delegati regionali. L'Aula di Montecitorio, che ospita le riunioni congiunte del Parlamento, viene opportunamente risistemata per consentire a tutti i «grandi elettori» di prendere posto. Quanti sono gli elettori. Quest'anno i grandi elettori saranno 1.010: 615 deputati, 322 senatori (315 più i 7 senatori a vita) e 58 delegati delle Regioni. I quorum. La Costituzione prevede che nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l'elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell'Assemblea, pari a 674 voti. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell'Assemblea, pari a 506 voti. Non c'è una prassi certa sulla cadenza delle votazioni; la seduta comune è considerata un'unica seduta anche se si sviluppa in più giorni. La votazione. Per consuetudine voteranno prima tutti i senatori, poi i deputati e quindi i delegati regionali. La «chiama» dei grandi elettori sarà ripetuta due volte. Ognuno, per assicurare la segretezza del voto, entrerà nelle cabine poste sotto il banco della presidenza e scriverà il nome del candidato che intende votare nella scheda che gli viene consegnata dal commesso e che è timbrata e firmata dal segretario generale di Montecitorio. Quindi, uscito dalla cabina, l'elettore depositerà la scheda, ripiegata in quattro, nell'urna di vimini e raso verde, ribattezzata «l'insalatiera», davanti alla quale c'è un segretario di presidenza. Lo spoglio. È fatto dal presidente della Camera, che legge in Aula i nomi dei candidati uno ad uno ad alta voce. Il conto delle schede viene tenuto dai funzionari della Camera e dai componenti dell'ufficio di presidenza di Montecitorio, che si assumono il compito di scrutatori. I risultati. Per ogni votazione vengono letti all'Assemblea al termine dello spoglio. Per essere messe a verbale, le preferenze ai candidati devono essere almeno due. Chi riceve un solo voto viene conteggiato genericamente tra i voti dispersi.