Le Carrè: «Il Cav un genio. Prodi mi annoia, è triste»

Sarebbe una scelta convinta, non esiterei neppure un attimo». Lo scrittore britannico John Le Carrè, considerato il più importante scrittore di spy story del Novecento pronuncia un vibrante endorsement a favore della Cdl e del suo leader, divertendosi a smontare alcuni luoghi comuni sulla campagna elettorale italiana. «Mi interessa molto quanto accade da voi - premette il romanziere - perchè amo moltissimo l'Italia». A Le Carrè il match elettorale tra i due poli appare, «a differenza di quanto si sente dire sui media internazionali», come «un confronto bello, appassionante. Non condivido la tesi di chi dice che si è trattato di una campagna elettorale rissosa e inconcludente. C'è molta polemica, molto scontro verbale, ma questo fa bene alla politica, dà slancio agli elettori, rende vitale il confronto delle idee. Anzi, se posso dirla con assoluta franchezza, le polemiche accese che ci sono da voi sono un segno meraviglioso di democrazia». Quanto alla netta preferenza per il Cavaliere, Le Carrè spiega che lo considera «una personalità unica, straordinaria. Mi ha sempre affascinato la sua storia di imprenditore che crea un impero televisivo, diventa dal nulla uno degli industriali più potenti d'Europa, e a un certo punto sceglie la politica, inventa un partito che non esisteva, e in poche settimane arriva al governo vincendo le elezioni. Trovo tutto questo un vero prodigio italiano, una specie di grande vicenda rinascimentale». An poi è stata «una delle grandi sorprese di questi anni del governo Berlusconi. Tutti dicevano, almeno in Inghilterra, ma pure in Francia in Germania o negli Stati Uniti: «Sono andati al potere i post fascisti, gente poco incline alle regole democratiche, persone pericolose, inaffidabili. E invece proprio il partito di Fini ha mostrato, mi pare, una grande intelligenza e lungimiranza politica». Le Carrè a proposito del «definire coglioni coloro che voteranno per Prodi», dice: «Beh, mi sono divertito come un matto. Penso che si tratti di una trovata a effetto, di un altro colpo di genio di questo straordinario personaggio. Ma ha visto cosa è successo? Tutti a parlare di questo, in tutta l'Europa». Le Carrè chiarisce che cosa non gli piace dell'Unione e di colui che la guida: «Ho imparato a conoscere Prodi come presidente della Commissione europea. Una gestione di assoluta inconcludenza, che ha acuito ancora di più la distanza fra le istituzioni di Bruxelles e i cittadini europei. Prodi, con i suoi continui appelli alla serietà, con la sua aria da professore che alterna il sorriso bonario al tono di chi sta facendo lezione al mondo intero, le confesso che mi dà tristezza, mi annoia. Il contrario esatto di Berlusconi».