Capezzone agita ancora l'Unione «Serve più Biagi»

Ne è convinta Emma Bonino che ha chiara la ricetta: ripartire dal Libro Bianco di Marco Biagi, senza dimenticare di integrare gli ammortizzatori sociali. A tre giorni dall'anniversario dell'assassinio del professore di Bologna, la Rosa nel Pugno si conferma spina nel fianco di Romano Prodi e organizza un convegno a Roma per discutere di mercato del lavoro, con l'obiettivo di mandare un segnale chiaro all'Unione. Nessuno dimentica, infatti, che uno dei punti qualificanti del programma di centrosinistra è proprio il superamento della Legge Biagi. «Per il prossimo governo vogliamo più Giavazzi, più Boeri, più Ichino e ovviamente più Marco Biagi - dice chiaro e tondo Daniele Capezzone - meno Rizzo e meno Diliberto». Affermazioni condivise anche dal socialista Roberto Villetti. Per il vice segretario dello Sdi, infatti, «il centrosinistra deve funzionare come un quadrimotore: da una parte Dl e Ds, dall'altra Rifondazione Comunista più una forza laica e riformista», vale a dire la Rosa nel pugno. Questa è la formazione in grado di «vincere le elezioni - sottolinea Villetti - e mantenere l'aereo in linea». Il primo a scaldare la sala del Residence di Ripetta, non a caso, è Francesco Giavazzi che invita il centrosinistra, una volta vinte le elezioni, a mettere in campo «una terapia d'urto sui temi dell'economia», perché «a fuoco lento si muore». Il professore di economia politica alla Bocconi e editorialista del Corriere della Sera chiama in causa direttamente Prodi: inutile «nascondersi dietro un dito. Abbassare il cuneo fiscale va bene, ma non basta». Ciò di cui hanno bisogno le imprese è di «maggiore mobilità in entrata e uscita». Questo, però, non vuol dire non immaginare delle garanzie per i lavoratori, puntando al contrario a facilitarne il reinserimento sul mercato e garantendogli nel frattempo la possibilità di sopravvivere attraverso dei sostegni economici. Ma i suggerimenti non si fermano qui. E dunque, sì alla concertazione ma senza rimanerne vittime, via libera alla riforma delle Authority, no agli aiuti di Stato alle imprese in fin di vita come l'Alitalia, sì all'abolizione del valore legale dei titoli di studio e al superamento degli ordini professionali. Un vero e proprio cavallo di battaglia della Rosa nel Pugno, quest'ultimo, rispetto al quale Bonino denuncia un atteggiamento da parte dell'Unione «troppo timido e dilazionato nel tempo». D'altro canto, se è vero che questa è una delle riforme «economicamente a costo zero, non lo è certo politicamente», ammette Bonino, «perché si tratta di tagliare dei privilegi».