E la sinistra gongola: «Vadano in fondo»

E gongolano. Nelle ultime ore i vertici del centrosinistra, con l'«aiuto» della magistratura, vedono un orizzonte elettorale più roseo. «Sono i magistrati che devono andare avanti su questi temi, la politica italiana non entra in questo», taglia corto Romano Prodi, sull'ultimo rinvio a giudizio per Berlusconi da parte dei pm milanesi. Ma la stoccata al governo arriva sul fronte intercettazioni: le dimissioni di Storace, dopo quelle di Calderoli di due settimane fa «dimostrano come questo fine di legislatura sia una vera e propria catastrofe», continua il leader dell'Unione ritenendo che le dimissioni del ministro della Salute siano «un atto responsabile per evitare un ulteriore danno al paese». Prodi, poi, conclude spiegando di non aver intenzione di sfruttare la situazione nella campagna elettorale. Al medesimo ordine di scuderia risponde Massimo D'Alema che, come Prodi, parlando di Berlusconi, ripete: «Non voglio strumentalizzare vicende di natura giudiziaria. Sono un problema che il premier si vedrà con la giustizia». E su Storace: «Il fatto che abbia deciso di dimettersi sottolinea che si tratta di una vicenda grave. Siamo di fronte all'emergenza di una situazione delicatissima se si usa lo spionaggio per condizionare la vita politica questo è un problema che ha a che fare con la normalità della vita democratica. È venuta alla luce una vicenda piuttosto grave, della quale vogliamo capire tutti i risvolti». Il disco non cambia con il leader della Margherita Francesco Rutelli: «Non è giusto fare commenti perchè bisogna aspettare che la magistratura faccia il suo corso senza intromissioni politiche. Vogliamo battere Berlusconi sul piano politico, sul piano del voto, e non sulla via giudiziaria», ha sottolineato commentando il rinvio a giudizio del presidente del Consiglio. Rutelli definisce poi «uno scandalo veramente grave» quello che coinvolge il ministro della Salute «perché l'idea che uno staff elettorale organizzi uno spionaggio politico, si infili nella vita delle persone, segua libere persone nel loro privato, si procuri i tabulati d'intercettazioni telefoniche per cercare di influenzare le elezioni, è uno scandalo che deve far riflettere tutta quella che si chiama Cdl. Certo se sono queste le loro libertà, siamo freschi». Incita la magistratura ad andare avanti «senza curarsi delle eventuali conseguenze politiche», il segretario del Prc. «Il fatto che il governo perda, in poche settimane, due dei suoi principali ministri, è indicativo dello stato di sfacelo di questo governo - dice Fausto Bertinotti - Siamo di fronte ad una situazione francamente sconcertante, ed un po' allarmante. La politica farebbe bene, in tutte le sue componenti, a dire una sola cosa univocamente: la magistratura, nella sua autonomia, vada fino in fondo». Piero Fassino, parla attraverso il suo portavoce Roberto Cuillo che dice: «Storace deve spiegare agli italiani come sia stato possibile per lui o per i suoi collaboratori affiancarsi a un gruppo di spioni senza scrupoli nella passata campagna elettorale. Comunque non si preoccupi che il paese democraticamente gli dirà cosa pensa di questa brutta vicenda mandando a casa lui e il centrodestra il 9 aprile». I capigruppo dei Ds di Senato e Camera, Gavino Angius e Luciano Violante, in una nota congiunta fanno sapere che «non è questione privata o di partito, ma istituzionale. Perciò martedì prossimo, nel corso della conferenza dei capigruppo già convocata dal presidente della Camera, insisteremo perchè il governo chiarisca alle competenti Commissioni parlamentari e dia conto all'intero Paese delle misure assunte per garantire la regolarità di ogni consultazione elettorale». E mentre Enrico Boselli, della Rosa nel Pugno ritiene che «le dimissioni non possono nè attutire nè accentuare l'allarme su tutta questa fosca vicenda», il leader di Italia dei valori, Antonio Di Pietro va oltre chiedendo a Storace di non ricandidarsi.