Le imprese votano Berlusconi

Le richieste principali sono: meno costo del lavoro, meno burocrazia e contratti differenziati per aree geografiche. Su questi temi c'è una convergenza tra imprenditori che votano Berlusconi e quelli che votano Prodi. È quanto emerge da un sondaggio Ipsos-Cise secondo il quale il mondo delle imprese è schierato in maggioranza con il centrodestra (il 42% contro il 29% che punta sulla sinistra). Disaggregando i dati emerge che il voto alla Cdl prevale nell'industria e nel commercio mentre il settore dei servizi è orientato con il centrosinistra. Tra gli imprenditori che operano nell'industria il 44% vota per la Cdl e il 27% per l'Unione. Le percentuali si rovesciano per i servizi: 43% con Prodi e 29% con Berlusconi. Se si considera la dimensione aziendale tra gli imprenditori piccoli e medi prevale la Cdl mentre i titolari di aziende con più di 50 dipendenti votano per l'Unione. A livello geografico il centrosinistra prevale solo nel Centro mentre nelle regioni del Nord e soprattutto del Sud vince la Cdl. Differenze significative tra i due gruppi di imprenditori emergono per quanto riguarda le risposte da dare alla crisi economica. Gli imprenditori che votano Berlusconi considerano più importanti una maggiore flessibilità del lavoro (34% contro 12%) le liberalizzazioni e le privatizzazioni (23% contro 10%) mentre gli imprenditori che votano per Prodi mettono in cima alla lista più fondi per la ricerca (40% contro 11%). Netta separazione per il giudizio sulla legge Biagi. Il 48% degli imprenditori di destra la considerano positiva mentre solo il 24% di chi vota per la sinistra ha lo stesso giudizio. Prevale (41%) la richiesta di meno tase anche a costo di ridurre lo stato sociale e i servizi mentre il 35% chiede più stato sociale e servizi a costo di aumentare le tasse. Complessivamente il sondaggio mostra che nonostante il 62% esprima un parere negativo sulla situazione del'economia, prevale un giudizio posivito per il governo Berlusconi. Di contro le aspettative su un eventuale governo Prodi sono basse. C'è accordo invece tra i due schieramenti sul giudizio sulle istituzioni. In testa il Quirinale che gode di maggiore fiducia mentre bassissima è la considerazione del Parlamento. Crolla la fiducia verso la Banca d'Italia (il 36% risponde che ne ha «poca»). In fondo si collocano i partiti: il 59% ne ha scarsa considerazione e il 22% nessuna. Circa l'80% conferma la propria fiducia alle forze armate e alta resta la considerazione per la Chiesa cattolica (69%). Identica la popolarità che gode la magistratura. L.D.P.