AI candidati alle elezioni del 2006 non è stata ancora rivolta nessuna richiesta ufficiale ma l'ipotesi ...

Si tratta del contributo in denaro che l'Udc chiederebbe ai candidati con garanzia di elezione il 9 aprile, ovvero con un buon piazzamento in lista. Un parlamentare uscente dovrebbe versare cinquantamila euro per essere candidato. E nel momento in cui fosse confermato, ne dovrebbe sborsare altri centomila. Per un totale di 150 mila euro. Un meccanismo di cui si discute anche in altri partiti: Ds, Forza Italia e Udeur per esempio. Dirigenti centristi non smentiscono nè confermano che l'ufficio politico si sia occupato della questione, tuttavia trovano verosimile che si fissi un contributo da richiedere ai candidati: con il sistema attuale infatti è il partito che si fa carico delle spese elettorali e non più i singoli aspiranti deputati e senatori. Ieri Berlusconi ha riunito i deputati di FI nella sala Azzurra del palazzo dei gruppi a Montecitorio per il brindisi di fine legislatura. La parola d'ordine del Cavaliere è non mollare e impegnarsi per la campagna 2006 concentrandosi sul territorio. Poi l'annuncio dello slogan che guiderà il partito della Cdl nel corso della campagna elettorale fino alle elezioni: «Scegliamo di andare avanti». Campagna che il premier ha assicurato guiderà in prima persona e che «farà a pezzi il programma di Prodi». Sul tavolo delle ipotesi anche una pubblicazione, una sorta di dossier, su tutte «le falsità» contenute nelle 284 pagine di programma del centrosinistra.Nessuna ipotesi di pareggio, insomma. Il Cavaliere, spazza via il campo da qualsiasi ipotesi di «premierato di garanzia» come ventilato da qualche quotidiano in caso di un risultato di parità. Un'eventualità - visti gli ultimi sondaggi che registrano un recupero della Cdl - considerata da molti a portata di mano che vedrebbe la Camera in mano al centrosinistra e il Senato in mano al centrodestra. Ma - ripete ancora una volta il presidente del Consiglio - questo non accadrà perchè la Cdl è in testa «anche se di poco». In ogni caso - anche se l'ipotesi di sconfitta «non è realistica» - Berlusconi ribadisce la sua intenzione di restare in politica per «dare un senso ai voti che gli italiani mi avranno dato e restare in Parlamento per fare una forte opposizione a questa sinistra che penso non sia assolutamente capace di dare un governo serio al Paese». Berlusconi poi rivela, in caso di vittoria, che chi andrà al governo, come ministro e sottosegretario, dovrà dimettersi dalla carica di deputato per lasciare il posto ai non eletti. Sul programma Berlusconi rassicura tutti: «C'è già, per scriverlo ci vorrà solo un pomeriggio, noi siamo sempre stati d'accordo, collaboriamo da dodici anni». Una risposta - quella del Cavaliere - per dare un calcio alle critiche rivolte dall'opposizione su una mancanza di programmi precisi della Cdl in vista del voto. Il centrosinistra, infatti, spiega il Cavaliere, «non è d'accordo su niente».