In Italia la politica è roba da «vecchi»

..anziani.Il nostro Paese invecchia con ritmi elevatissimi (secondo i demografi il «segmento giovane» è destinato a diminuire di 250mila unità l'anno mentre quello anziano crescerà di 50mila unità) e con esso invecchiano le nostre istituzioni. Mentre l'Europa vede emergere i Sarkozy, i Cameronm gli Zapatero, la nostra politica è ancora ferma a 12 anni fa quando nell'agone elettorale facevano il loro ingresso un famoso imprenditore milanese e un professore bolognese ex presidente dell'Iri. Eccoli lì, Silvio Berlusconi e Romano Prodi, rispettivamente 69 e 66 anni, contendersi la poltrona di Presidente del Consiglio. Insomma, in Italia, la politica sembra essere, a tutti gli effetti, una cosa da vecchi (tra i «grandi» della terra, cioè quelli che partecipano al G8, solo Chirac è più anziano di Berlusconi). Parlare di gerontocrazia sarebbe eccessivo. Le età medie dei due rami del Parlamento, infatti, sono inferiori ai 60 anni (55 alla Camera, 59 al Senato). Il Governo, nonostante i quasi 80 anni del ministro per gli Italiani all'Estero Mirko Tremaglia, fa segnare un'età media di 56 anni. Ma sono altri i numeri che devono far preoccupare. Basti pensare che a Montecitorio, dove la soglia di eleggibilità è di 25 anni, non esiste nessun parlamentare che abbia tra i 25 e i 30 anni. Mentre gli under 40 sono solo 33 su 617. Non va meglio al Senato (soglia di eleggibilità 40 anni) dove gli under 50 sono appena un decimo del totale: 32 senatori. La domanda nasce spontanea: di chi è la colpa? Parafrasando Eliot ci si potrebbe chiedere: è la politica che ha abbandonato i giovani o i giovani che hanno abbandonato la politica? A giudicare dalle indiscrezioni che filtrano sulla composizione delle prossime liste la colpa sembra proprio essere della politica. Romano Prodi, ad esempio, ha il suo bel da fare nel difendere le candidature di «giovani promettenti» come Giuliano Amato (68 anni), Ciriaco De Mita (78 anni) e Franco Marini (73 anni). Ma anche Silvio Berlusconi, c'è da scommetterci, non si farà mancare qualche «vecchia conoscenza». Qua e là, però, qualcosa sembra cambiare. È il caso del coordinatore di Forza Italia in Sicilia Angelino Alfano («solo» 36 anni) che ha già fatto sapere che nell'isola gli azzurri punteranno rigorosamente sui giovani. O di Alleanza Nazionale che sta seriamente pensando di candidare la presidente nazionale di Azione Giovani Giorgia Meloni (28 anni). O ancora di Rifondazione Comunista che candiderà il poco più che trentenne no global Francesco Caruso. Se poi, come si è augurato l'ingegner De Benedetti, a capo del partito democratico del centrosinistra arriveranno i cinquantenni Walter Veltroni e Francesco Rutelli, allora potremo tirare un sospiro di sollievo: finalmente un po' di gioventù al potere.