Flores: «La lezione di Berlinguer ancora viva»

La serata di presentazione del libro «Inciucio» è andata così: al Teatro Ambra Jovinelli, insieme agli autori del volume Bur, Marco Travaglio e Peter Gomez, seduti su un divano rosso al centro del palco, anche Furio Colombo e Paolo Flores D'Arcais. In platea Sabina Guzzanti (è intervenuta a fine serata) e in diretta telefonica Beppe Grillo, autore di un intervento al vetriolo. Moderatore non poteva che essere un epurato della Rai, Oliviero Beha. Pubblico delle grandi occasioni, teatro gremito e attento in attesa delle «sparate» a cui i due giornalisti hanno abituato i propri lettori. Considerati molto di più della coscienza critica della sinistra, intransigenti e integralisti, sempre nell'occhio del ciclone, hanno scritto «Inciucio» (parola di dalemiana memoria), uscito in libreria da poco più di un paio di mesi e già alle soglie delle centomila copie. E Travaglio attacca la sinistra chiamandola a rispondere dei propri errori, dalla Rai alla Bicamerale, dall'assenza di una legge sul conflitto di interesse fino al caso Unipol. «Svizzera e conti cifrati sono due parole che non dovrebbero mai andare di pari passo», ha detto Flores fra gli applausi, ricordando l'eredità di Enrico Berlinguer: «Non ruppe completamente con il regime totalitario sovietico e sbagliò sulla politica di unità nazionale, ma sulla questione morale ha dato una sonora lezione di realismo politico». Si è parlato ovviamente dei «furbetti del quartierino» dove Ricucci era «l'intellettuale del gruppo», secondo l'ironica definizione di Travaglio, «del patto stretto fra la finanza bianca, rossa e azzurra, una sorta di nuova P2 sotto la protezione di Antonio Fazio e le dovute coperture politiche e di governo». Una sinistra che, osserva Flores, ha fatto di tutto per omologarsi fra un accordo e un altro (è stato rievocato il celeberrimo patto della crostata). Ma la domanda ricorrente dei cittadini, quella che da oltre quattro anni viene rivolta agli autori di «Inciucio» è sempre la stessa: perché queste scelte della sinistra? «È evidente che c'è stato uno do ut des - ha detto Travaglio parlando delle frequenze televisive - ma abbiamo visto solo il do: il des non sappiamo ancora quale è stato...». Insomma, ci sono o ci fanno?, ha chiosato Beha più di una volta durante il dibattito. Accusati di contribuire con il loro atteggiamento radicale alla sconfitta della sinistra, Travaglio e Gomez hanno stigmatizzato l'atteggiamento di alcuni giornalisti sempre più in ginocchio di fronte al potere politico, tema su cui è intervenuto anche Furio Colombo per sottolineare un cedimento drammatico della categoria. E proprio sull'informazione, accuse sulla nomina di Claudio Petruccioli a capo del cda, «decisa a palazzo Grazioli direttamente da Berlusconi».