Unione europea, per l'Italia solo bacchettate

A Roma per una serie di incontri istituzionali, il rappresentante di Bruxelles ha tentato l'ennesimo attacco al Governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio. «Non ho ricevuto alcun invito, ma se Fazio mi avesse offerto un caffè ne sarei stata deliziata», perchè «ha più senso incontrarsi di persona che scrivere lettere», ha detto la Kroes lasciando prefigurare una distanza incolmabile tra la Commissione e Palazzo Koch. Una provocazione che Fazio questa volta non ha fatto passare liscia, rispondendo pochi minuti dopo attraverso un portavoce. Il Governatore «è lietissimo di incontrare il commissario Kroes appena sarà disponibile. Se l'invito non c'è stato è perchè nessuno ha preavvertito della sua visita». Come dire, se una distanza c'è, questa è tra Bruxelles e le istituzioni italiane, e non il contrario. Tanto che la Kroes, al termine del suo incontro con il presidente di Confindustria, Luca di Montezemolo, non ha potuto che rifugiarsi in un «ormai è troppo tardi»: quando mi inviterà tornerò». Scambio di battute a parte, quella di ieri è solo l'ultima puntata di una telenovelas che va al di là delle recenti frizioni emerse fra Palazzo Koch e alcuni esponenti dell'Esecutivo europeo, a partire dal commissario al Mercato interno Charlie McCreevy, spesso critici sulla gestione da parte di Bankitalia della scalata dell'olandese Abn Amro «ll'Antonveneta e della tentata scalata di Bbva alla Bnl. L'assalto mediatico orchestrato metodicamente da alcuni grandi periodici, come il Financial Times, Le Figarò e, da ultimo, dall'Economist, trasmette al mondo un'immagine sempre negativa di un Paese che invece dovrebbe avere nel Made in Italy uno dei suoi principali punti di forza. E così non c'è da meravigliarsi se i rapresentanti di quella stessa Unione europea di cui siamo parte possono permettersi di arrivare in Italia e dimenticare le più elementari regole della diplomazia. A iniziare dal rispetto per le istituzioni di un Paese di cui si è ospite. A vedere bene le cose, però, dietro le battute della Kroes c'è tanta sostanza. Il commissario europeo anche nei due giorni trascorsi in Italia non ha risparmiato staffilate contro le grandi imprese dell'energia, Eni e Enel, che a suo avviso sono ancora monopoliste e nemiche del mercato. Stessa cosa contro le professioni, avvocati, ingegneri, medici e notai, che sono una delle ossature dell'economia nazionale. Bisogna liberalizzare le professioni e abolire le tariffe, ha detto la Kroes, azzerando un dibattito che vede di fronte da anni gli ordini professionali e il Parlamento. Tutti "consigli" che non portano certo a rafforzare l'economia italiana, dispensati mentre McCreevy prepara un provvedimento di messa in mora per il governo di Roma, ritenuto ostile alle fusioni con le banche straniere. Nonostante le ultime parole di Ciampi («Gli istituti stranieri in Italia sono un arricchimento, non un'invasione») e la bandiera di Amsterdam che sventola sulla Banca Antonveneta.