UNA commissione parlamentare di indagine, in questa legislatura, «per fare luce in pochi mesi sull'attuazione ...

Obiettivo di questa commissione, ha spiegato Cesa, è quello di creare le condizioni «sin dall'inizio della prossima legislatura, per una sua integrale applicazione». «La 194 è una legge dello Stato — ha proseguito — e come tale va rispettata. Non è all'ordine del giorno l'ipotesi di un suo cambiamento. Ciò che è indispensabile è però la verifica del suo funzionamento poiché a nostro parere vi sono molte parti non applicate o disattese». Tiepido il ministro della sanità Francesco Storace. «Mi sembra una buona idea ma decide il Parlamento. E poi visti i mesi che mancano alla fine della legislatura forse sarebbe meglio un impegno delle forze politiche del centro destra nei programmi elettorali a difesa della vita. Tanto — ha concluso — l'Unione non lo farà mai». E dall'Unione è arrivata un'indiretta conferma alle sue parole. Il segretario dei Radicali Italiani Daniele Capezzone si è immediatamente dissociato: «Non prendiamoci in giro, non scherziamo. Con la legge finanziaria aperta, e con il tempo tecnico per istituire la Commissione (cioè il tempo necessario per l'approvazione della relativa legge istitutiva), tutto si ridurrebbe agli ultimi due-tre mesi di legislatura... Insomma, si tratterebbe di un puro e semplice luogo di propaganda elettorale (con concorrenza Udc-Storace) sulla pelle delle donne». Anche il Verde Paolo Cento la liquida come pura propaganda elettorale. «Il Parlamento, dopo la sessione di bilancio, ha nei fatti, esaurito la propria funzione ed è quindi solo fumo agli occhi e propaganda elettorale parlare di istituire una nuova commissione di indagine. Il vero obiettivo di questa destra è in realtà quello di attaccare la legge 194, mettere sotto tutela i consultori, colpire l'autodeterminazione delle donne. In difesa della legge 194 è necessario che tutta l'opposizione scenda in campo per non riportare il paese indietro di 30 anni». Il ministro Rocco Buttiglione è invece tornato sulla polemica relativa alla proposta di mettere dei volontari del Movimento per la vita nei consultori. «Apprendo che i cattolici non hanno titolo per poter mettere piede nei consultori. E dire che io pensavo che questi fossero un istituto dello Stato Italiano».