«Pier, non recidiamo le nostre radici»

Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia fa di tutto per non lasciarsi trascinare dentro la polemica con Casini che da qualche giorno si sta smarcando da Berlusconi. Prima con la richiesta di «una discontinuità» nella Cdl poi gelando l'entusiasmo sull'aumento del pil. Ma su una cosa Bondi vuole essere chiaro: il presidente della Camera insiste sulla creazione del partito unico entro la fine dell'anno? «Noi non accetteremo forzature nè l'idea di costruire questo nuovo partito recidendo le radici di Forza Italia». Eppure lei è stato uno dei primi e principali fautori del partito unico. Perchè attendere dopo le elezioni? «Forza Italia per prima ha indicato la prospettiva politica di un processo di graduale aggregazione delle forze politiche della Cdl. Io già tre anni fa ho rivolto questa proposta innanzitutto all'Udc e al suo segretario Marco Follini ricevendone risposte piuttosto frettolose e sbrigative. Oggi, l'invito del Presidente Casini a dare vita prima delle elezioni a questo nuovo partito è senz'altro positivo». Insomma se Casini morde il freno sul partito unico non è un elemento di disturbo nella Cdl? «La nostra volontà non è cambiata. Berlusconi l'ha avanzata in Parlamento e ha parlato senza ambiguità della necessità di dare vita ad un nuovo partito con regole trasparenti e con nuovi leader eletti con regole democratiche. Non accetteremo forzature né l'idea di costruire questo nuovo partito recidendo le radici di Forza Italia». Ma pure Follini ha chiesto un ricambio di leadership. «Non abbiamo apprezzato la relazione di Marco Follini al Congresso dell'Udc né l'intervista di Casini al Corriere della Sera, proprio per l'assenza di una visione politica equilibrata e lungimirante della situazione italiana. Il Presidente Casini ha affermato di non condividere le mie opinioni. Mi sembra normale. Voglio però ricordare che le posizioni riflettono la linea politica che FI ha approvato all'unanimità al Consiglio Nazionale». Ma veniamo al punto. La leadership? Berlusconi non ha nascosto che potrebbe anche farsi da parte. Non sarebbe il caso di cominciare a parlarne? «Questo nuovo soggetto politico, quando nascerà, si dovrà porre il problema di eleggere attraverso regole democratiche, rispettose della consistenza elettorale di ciascuna forza politica aderente, i nuovi leader e i nuovi dirigenti politici che formeranno la nuova classe politica dirigente del costituendo partito dei moderati, che non potrà non avere come punto di riferimento in Europa la grande famiglia del PPE. Noi vogliamo che d'ora in avanti il confronto politico prosegua senza polemiche al fine di creare le condizioni reali della nascita del nuovo partito dei moderati e dei riformisti italiani, che non rinunci mai tuttavia all'alleanza politica con la Lega di Umberto Bossi che rimane una forza indispensabile per garantire una svolta modernizzatrice nel nostro Paese». Ma Casini non risparmia bordate al premier. «Possiamo discutere di questo importante progetto politico, senza indebolire ma al contrario rafforzando la coesione e l'unità di intenti dell'attuale maggioranza di governo? Possiamo parlare dei leader del nuovo partito senza logorare e indebolire l'unico leader che oggi può rendere possibile la costruzione di un nuovo soggetto politico e garantire il successo dei moderati alle prossime elezioni politiche?» Il presidente della Camera chiede anche la riforma della legge elettorale in chiave proporzionale. «Anche su questo dico: possiamo discutere di eventuali modifiche all'attuale legge elettorale, avendo a cuore soprattutto il successo della nostra coalizione alle prossime elezioni politiche piuttosto che il recondito pensiero di possibili scenari del dopo elezioni? Se questo avverrà, come noi speriamo, allora potremo davvero dare vita ad un nuovo partito che radichi stabilmente l'esperienza politica a cui ha dato vita in questi ultimi dieci anni Silvio Berlusconi». E il rapporto con la Lega? Accordo politico o solo tecnico? «Probabilmente quando il Presidente Casini ha parlato di