OK ALLA DOCENZA UNIVERSITARIA

Dopo la cancellazione dell'articolo uno, avvenuto con l'approvazione a sorpresa di un emendamento dell'Unione, anche ieri l'esame del provvedimento è stato segnato dalla scarsa presenza in aula dei deputati della maggioranza. Puntuale è arrivato lo scivolone: con soli due voti di scarto l'opposizione è riuscita a far approvare un emendamento sulle commissioni d'esame, delle quali non potranno più far parte i professori dell'ateneo che ha bandito il concorso. «Una norma di moralizzazione», ha spiegato il diessino Walter Tocci. La maggioranza è stata duramente strigliata dal presidente della Camera Casini: «Certo che se mancano 150 deputati è difficile per una maggioranza governare...», ha detto dal banco della presidenza. Velocemente sono arrivati a Montecitorio il premier Berlusconi e gli altri ministri impegnati nella riunione del consiglio dei ministri. L'approvazione finale del disegno di legge consegna al Senato un testo diverso da quello presentato inizialmente dal ministro Moratti. Ma, nonostante le modifiche, la riforma non ha raccolto adesioni, né tra le opposizioni nè tra i ricercatori, impegnati da giorni in una dura protesta che è arrivata fino allo sciopero della fame. Se diventerà legge, infatti, la riforma li farà scomparire perchè il loro ruolo andrà ad esaurimento. I giovani desiderosi di intraprendere la carriera universitaria avranno di fronte la strada dei contratti a tempo determinato, per un massimo di sei anni. Unico «contentino», la concessione del titolo di «professore aggregato» a tutti coloro che svolgono attività didattica nelle università. «È un inutile pennacchio - stigmatizza Tocci - che riguarderà oltre trentamila persone che garantiscono la sopravvivenza dell'Università e che meriterebbero ben altro». I nuovi concorsi saranno banditi solo per gli incarichi di professore associato e ordinario. Le nuove regole prevedono il superamento di una prova di idoneità nazionale per poter accedere ai concorsi. Le università potranno anche assumere studiosi a tempo determinato, con contratti triennali rinnovabili una sola volta. Alla fine della giornata, Letizia Moratti si dice soddisfatta del risultato ottenuto: «Questa legge modernizza l'università italiana e l'avvicina all'Europa».