Statali, i sindacati decidono la mobilitazione

Risultato: niente di fatto sui contratti del pubblico impiego ma Cgil, Cisl e Uil che hanno deciso la mobilitazione generale. Lunedì saranno stabilite le modalità e le forme dello sciopero. Sì perchè ieri i sindacati si aspettavano qualcosa in più dal governo che la promessa di interventi per rilanciare l'economia e l'annuncio del taglio dell'Irap. I sindacati si aspettavano un passo in avanti per il rinnovo del contratto delpubblico impiego. Ma non c'è stato. Anzi Berlusconi ha subito messo in chiaro anche con una nota ufficiale che i ministri Siniscalco, Baccini e Alemanno «avevano mandato a trattare ma non a chiudere a quelle condizioni». Rivolto al leader della Cgil, Epifani, il premier ha detto che «sulla mediazione per il rinnovo dei contratti pubblici c'è stato solo un misunderstanding». Il che ha mandato su tutte le furie i segretari generali di Cgil e Cisl, Epifani e Pezzotta che hanno chiesto il rispetto della mediazione. «La politica del gambero è inaccettabile», ha detto Epifani, mentre Pezzotta ha accusato il Governo di «slealtà». Ma che sarebbe andato così lo si era capito sin dai giorni scorsi quando Berlusconi commentando i dati dell'Istat sul rallentamento dell'economia e al termine di un lungo consiglio dei ministri aveva lanciato ai sindacati un appello al senso di responsabilità. Il che suonava come un invito alla moderazione salariale. Il premier ha ripetuto ai sindacati che «non si possono pagare 111 euro in più, anche perchè questo aumento sarebbe superiore all'inflazione e anche perchè l'impiego pubblico è più garantito e poi non possiamo parlare di incrementi di produttività». Parole dure ai sindacati sono venute dal ministro leghista Calderoli. «I presupposti con cui fu affrontata la discussione non erano i migliori: le richieste avanzate dai sindacati sul pubblico impiego erano irresponsabili perchè ponevano come punto di partenza l'ultima loro proposta». Calderoli esprime anche il suo disappunto per il fatto che «a parte i numeri che, comunque, sono cose importanti» non si è discusso di altre componenti importanti: «sarebbe stato bello se - aggiunge Calderoli - al centro di questa trattativa ci fossero anche indicazioni sulla mobilità, la meritocrazia che sono completamente dimenticate dal pubblico impiego».