Partito unico, nasce l'asse Forza Italia-An

Mentre l'Udc di Follini prende tempo, dentro Alleanza Nazionale sembra ci sia più convinzione ad andare avanti su questo progetto. Ed è quanto è emerso ieri nel corso della presentazione di un documento che dovrebbe configurarsi come una sorta di road map per arrivare al partito unico del centrodestra nei primi mesi del 2006. La proposta è arrivata dal cosiddetto «Gruppo di Todi», un pensatoio a cui aderiscono esponenti dei vari partiti della maggioranza. Ieri è stato illustrato da Ferdinando Adornato, Sandro Bondi, Rocco Buttiglione, Maurizio Gasparri, Mario Landolfi e da numerosi parlamentari della Cdl (circa 40). Il coordinatore di FI Bondi ha detto di apprezzare il documento di An che ha aperto la discussione all'interno di via della Scrofa sui futuri scenari della Cdl. «I contenuti di questo documento - sottolinea l'esponente azzurro - sono molto interessanti sia sulla questione dell'identità che sul fronte dei rapporti politici». Inoltre secondo Bondi è la dimostrazione che il progetto per il partito unico «ha già messo in moto nel paese un processo politico di grande rilievo». An ha risposto subito alle parole di Bondi. Gasparri ha sottolineato che Alleanza nazionale è stato il partito che per primo ha dato una risposta al dibattito aperto dal premier sulla ricostruzione del centrodestra. Dice Gasparri: «An vuole partecipare a questa partita, per questo ieri ne abbiamo discusso in maniera approfondita durante l'ufficio politico. C'è una prima risposta da parte del vertice di un partito che è rivolto a una partecipata e democratica discussione sul territorio». Il cammino in questione, sottolinea Gasparri, «potrebbe prevedere una fase intermedia costituita da un patto federativo che io auspico da tempo». L'esponente di Destra protagonista rilancia l'idea di una Federazione di partiti con chi ci sta, come passaggio intermedio prima di arrivare a un soggetto politico unico del Polo. «Anche le forme federative sono da valutare - dice - per raggiungere questo obiettivo finalistico». Quanto alla leadership «bisogna dare per scontata l'alternanza che è un fatto naturale legato al trascorrere del tempo». Per Gasparri comunque è prematuro «impelagarsi in questa discussione». Il coordinatore di FI Bondi ha anche prefigurato le tappe per la costituzione del partito unico. Prima si aprirà il dibattito con gli iscritti e i militanti, quindi verranno convocate delle assemblee provinciali di partito, poi il Consiglio nazionale, ed eventualmente anche il Congresso. Secondo Buttiglione invece, «è indispensabile il richiamo al Partito popolare europeo». Adornato, il presidente della fondazione Liberal, ha sottolineato che l'iniziativa fa parte «delle risposte che dobbiamo agli elettori dopo le regionali: una innovazione che abbiamo introdotto è nella politica economica, l'altra deve essere un'innovazione istituzionale che renda compiuto il bipolarismo». Punto interrogativo che animerà i prossimi mesi, è quello della leadership. Tutti concordato sul fatto che è troppo presto per parlarne. Nonostante nei giorni scorsi Berlusconi abbia detto di essere disposto a farsi da parte nessun nome finora è emerso come possibile successore. Per l'Udc D'Onofrio quello della leadership è un problema che «va affrontato solo dopo, quando nascerà il nuovo soggetto». Ma D'Onofrio ha sottolineato che le difficoltà per portare a termine ilprogetto già si sono manifestate; «esiste la resistenza della Lega Nord che è una forza determinante della maggioranza». E per far decollare il partito unico potrebbe mobilitarsi anche i circoli di Forza Italia. Lo ha fatto capire il vicepresidente del Comitato di presidenza di Forza Italia, Carlo Vizzini, impegnato a riunire il direttivo nazionale dei circoli riformisti di cui è promotore.