Palazzo Chigi-Quirinale, torna il gelo

Berlusconi ha mal digerito lo stop del Qurinale alla riforma della giustizia. Non gli sono piaciuti i tempi della comunicazione di Ciampi, proprio in mezzo a due voti decisivi: dopo la fiducia alla Finanziaria e, soprattutto, prima del via libera al pacchetto criminalità (che l'opposizione chiama «salva-Previti», e sul Colle sembrano avere perplessità pure su questo testo). È la seconda riforma strutturale che il Quirinale rispedisce al mittente, era già successo giusto un anno fa con la riforma Gasparri per il sistema radio-tv: anche in quel caso la bocciatura era stata invocata dai girotondini, l'ala più estrema della sinistra. Sono anche altri i motivi d'attrito, in queste ultime settimane, tra Palazzo Chigi e il Quirinale. Lunga e laboriosa è stata la trattativa per il rimpastino. Sul Colle non volevano troppi cambi, «pena» la necessità per il premier di tornare alle Camera a chiedere la fiducia. Poi l'accordo è stato trovato su Fini prima e Follini-Baccini poi. Ma l'ultimo giro di valzer, quello sui sottosegretari, si è bloccato per l'ulteriore veto giunto dall'alto. Per non parlare dell'infinita polemica sul declino industriale ed economico sino all'ultimo appello di Ciampi ai giornalisti a «tenere dritta la schiena»: a molti è parso un richiamo al premier.