Parmalat, nuove movimentazioni di denaro off shore

Questo confermerebbe, si apprende da fonti inquirenti, l'esistenza di fondi che vengono continuamente movimentati. Da parte sua l'Ufficio Italiano cambi ha segnalato - riferiscono le stesse fonti - ben 120 operazioni sospette dall'inizio dell'inchiesta. Le segnalazioni sono giunte dalle autorità dei Paesi interessati, mentre le operazioni registrate dall'ufficio italiano cambi spesso riguardano triangolazioni con paesi esteri. Le movimentazioni segnalate sono state registrate in particolare alle Cayman, in Brasile, in Uruguay ed Ecuador. Altre movimentazioni, poche per la verità, secondo quanto si apprende, sono state rilevate in ambito europeo, ma in questo caso gli inquirenti non sembrano avere problemi per la buona collaborazione con le autorità dei Paesi del vecchio continente. L'ipotesi degli inquirenti è a questo punto che non solo il denaro possa essere continuamente movimentato per sfuggire alla caccia scatenata, ma anche che le operazioni possano nascondere già in questa fase intenti di riciclaggio. Intanto, la Procura di Parma, che indaga sul crac della Parmalat, ha sequestrato l'altra sera quattro milioni di euro, fra soldi e titoli, a Luca Sala, l'ex funzionario di Bank of America e poi consulente del gruppo di Collecchio, già indagato per aggiotaggio e riciclaggio dalla Procura di Milano. Secondo quanto si è appreso, soldi e titoli sono stati trovati su conti riconducibili a Luca Sala, e aperti in tre società fiduciarie con sede in Italia. L'atto di sequestro, secondo la procedura, porterebbe poi l'iscrizione nel registro degli indagati. Ieri sera, poi, fonti investigative hanno confermato che Sala è indagato dalla Procura di Parma con l'accusa di riciclaggio. Nei giorni scorsi, e anche ieri, Sala è stato più volte interrogato dai pm milanesi che indagano sul crac Parmalat e l'ex consulente del gruppo aveva messo a disposizione degli investigatori 30 milioni di dollari, depositati su due conti svizzeri.