di LANFRANCO PALAZZOLO «UN patto di ferro» dal notaio lega Bossi a Berlusconi.

On. Loiero ci spiega perché ritiene indissolubile l'accordo tra Bossi e Berlusconi? «Perché Bossi e Berlusconi hanno concluso un patto. L'accordo è della fine del 1999. Quel patto fu siglato da un notaio come fu scritto dai quotidiani del tempo. È la prima volta che un patto politico è stato siglato da un notaio. Il patto fu di natura civilistica perché tra i due c'era stato un precedente patto che dopo pochi mesi era miseramente fallito. Tra i due volarono parole grosse dalla fine del primo Governo Berlusconi e la fine del 1999. Tutti ricordano quegli epiteti. Ognuno dei due voleva avere la certezza che il patto poteva tenere davvero. Chi lo avesse disatteso avrebbe dovuto pagare una penale. Non è un caso che ogni volta che c'è una crisi, lo Speroni di turno ricorda il rispetto del "patto". Questo è il patto su cui si basa questa alleanza». Quindi il patto riguarda solo Bossi e Berlusconi? «Il patto è stato fatto tra loro due e Tremonti. Io ho scritto tutto questo in un libro dal titolo "Il patto di ferro". La devolution fu siglata in questo patto. Tanto è vero che Bossi rimanda sempre a questo patto e afferma che il "mio rapporto è con Berlusconi" e dopo è venuto il rapporto con gli altri alleati. Questa è una cosa che ha detto Fisichella, il quale ha sottolineato che questo accordo non è stato approfondito dagli altri alleati. Non le sembra strano che Bossi, con il 3,9%, riesca ad essere decisivo con la devolution, se fosse approvata dalle due camere, su un bacino elettorale lontano migliaia di km dal bacino elettorale del capo della Lega?! Ci sono contraddizioni evidenti. Questo è il patto!». Sulle polemiche che hanno toccato la Chiesa cosa pensa? «In questa occasione Bossi ha detto delle cose incredibili da ministro. Altre volte ha detto cose peggiori. Quando Berlusconi interviene sulla vicenda con un certo ritardo, smentendo Bossi, Fini e Follini si precipitano a dire che il caso è chiuso. Se resta in piedi questo caso, la politica è un insieme di conseguenze. Non si possono compiere tutti questi strappi senza che ci siano delle conseguenze». La politica del notaio però ha avuto anche altri esempi. Tutti sanno che i tesorieri di partito prima delle elezioni fanno degli accordi di tipo economico... «...Dal notaio?!.. Non c'è un patto politico che possa essere sancito dal notaio. Dal notaio si possono siglare le conseguenze di un patto politico. I deputati sono eletti senza vincolo di mandato (articolo 67 costituzione, ndr). Se i 61 deputati della Sicilia ritengono che la devolution fa male alla regione si sentono legati al patto del notaio?! È un inedito. Non c'è mai stato. Magari ci sono stati patti più leonini, ma mai dal notaio». Questo patto però non condiziona AN e Udc. Non è d'accordo? «Se cade il Governo vanno tutti a casa. Non c'è dubbio su questo. Berlusconi ha parlato smentendo le intenzioni di Bossi e tutti hanno chiuso il caso. Se un caso del genere resta in piedi è un disastro per la Cdl. Si voterebbe».