Sgravi alle famiglie per ora solo simulati

Il ministro del Welfare Maroni ha dichiarato a «Famiglia Cristiana», di aver dato incarico all'Inps di fornire i dati per valutare i costi del progetto. Nell'intervista il ministro sottolinea inoltre come spesso la volontà di varare norme a sostegno della famiglia, condivise dall'intera maggioranza di Governo, si scontrano con l'impegno prioritario dell'Esecutivo di ridurre la pressione fiscale. «Il nostro impegno - afferma Maroni a proposito del "quoziente familiare" - è di fare in modo che entro la fine della legislatura questa norma diventi effettiva. C'è un "semplice" problema di risorse». Quello che si può fare subito quindi è «una simulazione per valutare quanto costerebbe alle casse dello Stato se l'applicassimo oggi. Ed è un incarico - ha detto Maroni - che ho appena dato al presidente dell'Inps, nel cui database ci sono i dati necessari per farlo. Nel giro di un mese avremo i risultati». Incalzato non solo sul peso del fisco sulle economie familiari, ma anche sulle forme alternative di assistenza alle famiglie, Maroni ha spiegato come al di là della volontà del Governo conti la compatibilità dei provvedimenti nel contesto complessivo del programma. E come, soprattutto, pesi l'obiettivo della riduzione delle tasse. «Il problema - sostiene infatti il ministro riferendosi agli aiuti alle famiglie - deriva dal fatto che questa linea condivisa sembra contrastare con l'altra grande linea politica del Governo, che è quella di ridurre la pressione fiscale. Tremonti si è opposto, per esempio, al finanziamento della legge sulla non autosufficienza, che noi abbiamo valutato come costo in 6-7 miliardi di euro all'anno, con l'introduzione di una "imposta di scopo"». Insomma, la voglia di aiutare le famiglie c'è, le risorse no. Ma Maroni un'idea l'avrebbe. «Per trovare i soldi io una soluzione l'avrei - afferma infatti -: andare a recuperare in modo significativo l'area del lavoro nero. Lì c'è un serbatoio, stimato dall'Ocse, di 400 miliardi, non milioni, di euro l'anno».