50 mila denunce ancora da catalogare

E negli uffici della Procura di Milano sta per scattare l«allarme». La situazione si sta facendo, giorno dopo giorno, drammatica. Se migliaia di persone rimaste travolte dal crac della Parmalat riversano le loro «istanze» ai magistrati milanesi, questi, letteralmente impegnati dalle indagini in corso, non riescono più a tenere il passo. Anche la "risorsa" degli studenti universitari è sfumata. L'idea, maturata nei giorni scorsi, era quella di contattare alcuni giovani disposti a elaborare un sistema di catalogazione e archivio di tutte le denunce a livello informatico. Ma, a quanto pare, la prospettiva di farlo gratis ha reso "irreperibili" anche gli studenti. Così il problema è stato ieri sottoposto all'attenzione del procuratore capo Manlio Minale e del procuratore aggiunto Angelo Curto. A loro andrà il compito, nei prossimi giorni, di cercare di reperire "risorse umane" con del tempo libero che possano, una volta per tutte, prendersi carico di quella gran mole di carta che, ancora oggi, giace accumulata negli uffici dei pm. Una "montagna" di carta destinata ad aumentare. Secondo le stime di quanti, negli ambienti giudiziari, sanno come vanno queste cose, tra breve le denunce potrebbe arrivare alla cifra record di 100.000. Infatti sono in via di organizzazione nuovi comitati di risparmiatori e la messa a punto delle richieste prevede tempi lunghi dal momento che si tratta di mettere insieme denunce che vengono da ogni parte d'Italia. Le associazioni di consumatori fanno da collettori, fornendo anche assistenza legale. Ma l'operazione di screening del «popolo dei truffati» non è semplice.