L'ultima stangata Tanzi la tentò a New York

L'ultima burla di Calisto è quella raccontata a Enrico Bondi e Umberto Trancanella pochi minuti prima di essere arrestato: «Non parlò più con mio figlio Stefano da molto tempo». Certamente ci parlava il 9 dicembre scorso, quando i due Tanzi, padre e figlio, vanno a Wall Street e tentano l'ultimo disperato salvataggio dell'azienda: provano a ricomprarla e chiedono aiuto proprio alla borsa americana. L'operazione tecnicamente si chiama leveraged buyout: vendo le azioni, mi faccio finanziare da una serie di investitori e mi ricompro la mia azienda «ripulita». Calisto e Stefano siedono a un tavolo della New York City con advisor privati e investitori istituzionali. In particolare ci sono rappresentanti di una società newyorkese di private equity, della quale però ancora non si conosce il nome. I parmigiani espongono il loro piano ma dall'altra parte ci sono molti dubbi. I Tanzi ammettono: Parmalat ha problemi di liquidità. Quali problemi? E a quanto ammontano? chiedono gli americani. I due capi di Parmalat glissano. Ma dall'altra parte del tavolo vogliono le cifre, le domande si fanno incalzanti. «L'azienda ha un largo ammontare di cassa», si limitano a dire, ma capiscono che se non fanno le cifre il meeting finirà di lì a poco. Stefano confessa: «Allo stato attuale la vera cassa non è lì (in Parmalat, ndr), dove in realtà ci sono appena 500 milioni di euro». Gli americani non ci stanno, chiedono che vengano rese pubbliche le cifre. I Tanzi non lo fanno e l'affare salta. Non solo, ma i patron della Parmalat prendono tempo e non rivelano cifre. Basta rileggere il comunicato della successiva riunione del Consiglio di amministrazione: «In considerazione della situazione rappresentata dal presidente e con l'obiettivo di fornire al mercato ed alle istituzioni finanziarie un'indicazione della volontà del Gruppo di uscire con la massima trasparenza da una situazione divenuta nell'ultimo periodo sempre più difficile», viene nominato Bondi. E ancora: «Il Cav. Lav. Calisto Tanzi ha ribadito l'impegno della famiglia Tanzi di fronte agli azionisti, ai sottoscrittori delle obbligazioni, ai dipendenti, clienti e fornitori del Gruppo Parmalat di preservare, in questo difficile momento, il valore dell'azienda nell'interesse di tutti i soggetti coinvolti». La Sec (Securities and Exchange Commission), la Consob americana, ha quindi denunciato la Parmalat presso un tribunale federale Usa asserendo che il gruppo italiano ha indotto gli investitori negli Stati Uniti ad acquistare 1,5 miliardi di titoli mentre era impegnata «in una delle più vaste e sfacciate truffe finanziarie nella storia». La denuncia è stata presentata presso la United States District Court of Manhattan. L'autorità americana di borsa chiede al gigante italiano del settore alimentare di pagare sanzioni di cui non viene specificata l'entità. «La nostra azione legale fa parte dello sforzo che mira a tutelare l'integrità dei mercati statunitensi» ha dichiarato Linda Thomsen, numero uno della Vigilanza Sec a Washington. Che, citando anche Tonna, ha affermato che, negli ultimi cinque anni, nella presentazione al mercato delle offerte l'azienda e i suoi responsabili hanno mentito agli investitori, gonfiando il valore delle attività del gruppo.