Il presidente della Camera: «Nessuno è rimasto soddisfatto». Il ministro: «Nessun disagio»

Non è mancato uno scontro a distanza fra il presidente della Camera Casini e il superministro dell'economia Tremonti. Casini in aula, prima della votazione finale, ha detto che il modo in cui la legge è stata approvata non ha soddisfatto nessuno. Non ha citato il ricorso ai voti di fiducia che hanno tagliato la discussione sul testo, ma ha detto che le procedure vanno cambiate. Poco dopo Tremonti, nella conferenza stampa che ha tenuto sulla legge, ha ribattuto che nella vicenda «non c'è stato particolare disagio nel governo», e che se è necessario riflettere su un cambiamento del meccanismo, stavolta c'è stato «un cambiamento positivo». Casini ha detto: «Io penso che nessuno possa ritenersi soddisfatto dell'andamento di questa sessione. Se si vuole realizzare, sull'esempio di altri Paesi europei, una riforma delle procedure di esame della Finanziaria, ciò è certamente legittimo ma non può avvenire surrettiziamente». «È vero che molti Paesi - ha aggiunto - hanno procedure diverse ed è anche possibile stabilire il principio della inemendabilità o di una ridotta emendabilità della Finanziaria. Ma è chiaro a tutti che la inemendabilità della Finanziaria comporterebbe conseguenze inevitabili; e cioè, che nella Finanziaria non possano essere contenuti atti di legislazione ordinaria, ordinamentale e non». «La strada maestra dunque - ha ribadito ringraziando il ministro Tremonti, il sottosegretario Vegas, il presidente della commissione Bilancio Giorgetti ed il relatore del provvedimento Blasi - è quella di riprendere con maggiore decisione il lavoro che quest'anno si è svolto in commissione Bilancio e nella Giunta per il regolamento, per giungere rapidamente ad una equilibrata e condivisa riforma delle procedure di bilancio. Io - ha concluso - lavorerò in questa direzione». Tremonti ha replicato: «Non c'è stato particolare disagio nel governo», anche se si è detto convinto che è necessario avviare una riflessione sulla riforma della finanziaria. Tuttavia, ha rilevato il ministro dell'Economia, questa sessione di bilancio «segna un cambiamento positivo e sarà più facile trovare un equilibrio tra le ragioni del governo e le ragioni del Parlamento, nell'interesse del Paese». Il ministro ha rilevato che a suo avviso «il Parlamento deve essere il luogo delle discussioni e decisioni fondamentali, non il luogo delle discussioni e decisioni particolari». Nel merito, ha detto fra l'altro che è «importante rimodulare il meccanismo dei crediti di imposta. Ci lavoreremo sopra» e su questo argomento ha smentito ricostruzioni secondo le quali avrebbe ricevuto una telefonata notturna da Casini, il quale avrebbe contestato come l'emendamento sui crediti di imposta - presentato dal Governo e poi bocciato dallo stesso Casini - fosse scoperto: sono leggende, ha dichiarato, «nessuno, di questi tempi, fa emendamenti da 3 miliardi senza copertura». La questione delle compensazioni fiscali, comunque, ha detto, riguarda «una norma così complessa che richiederà un'analisi molto più attenta in futuro», quindi «ci lavoreremo sopra». Tremonti, che fra l'altro ha escluso che si debba ricorrere nell'ultimo esame al Senato ad un nuovo voto di fiducia, ha dichiarato anche: «Spero sia l'ultima delle finanziarie fatta in un certo modo». Per il ministro occorre quindi «formalizzare» il cambiamento avvenuto quest'anno. «Casini l'ha chiamata riforma surrettizia, io dico che c'è stato un cambiamento», ha sottolineato. Poi, al Tg1, ha dichiarato che questa Finanziaria è stata «nuova, veloce, efficace». Echi dello scontro sull'insoddisfazione si sono avuti non solo nell'Udc, (il ministro Giovanardi e il capogruppo alla Camera Volonté hanno detto che se Tremonti non ha avvertito disagio, gli altri invece sì), ma anche in An. Giorgetti ha detto che il voto di fiducia un impatto sul Par