LE MOSSE DEL VICEPREMIER

Gianfranco Fini ne è convinto. Vuole che anche le eventuali modifiche alla legge siano all'interno della trattativa per la fase due del governo. Il vicepremier vuole un'unica partita, anche perché in questo modo avrebbe maggiore peso da far sentire nella verifica e, soprattutto, nell'eventuale rimpasto. D'altro canto questa soluzione era già stata spiegata dal ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, che, guarda caso, è proprio di An. Per il quale sono ancora troppo fresche le battaglie parlamentari e le mosse dei franchi tiratori, dei malpancisti della Cdl e dei dissensi espliciti dei centristi. Ma c'è anche un secondo passaggio a cui Fini tiene in maniera particolare. Se sarà varato, il decreto per salvare Retequattro, porterà la firma di Gianfranco Fini. Il presidente del Consiglio, infatti, come già fatto nel corso della discussione a Palazzo Chigi per il varo del ddl Gasparri, lasciò la riunione assieme al sottosegretario alla Presidenza, Gianni Letta. Anche stavolta, nel caso, abbandonerà la riunione per evitare di partecipare al varo di un decreto che interverrà soprattutto nel salvataggio di parte della sua azienda. Toccherà al vicepremier Fini mettere il sigillo su quel testo e lo stesso leader di An non vuole ritrovarsi con i girotondi in via della Scrofa. Fini cerca dunque una mediazione con l'opposizione. Non a caso ha parlato con Fassino fitto fitto alla Camera ieri, lasciandosi con un eloquente: «Sentiamoci». Lascia che i suoi parlino con l'opposizione per capire su quali punti si possa trovare un'intesa per un eventuale decreto legge. Insomma, il vicepremier cerca un approccio diverso rispetto a quello del muro-contro-muro che vorrebbe Berlusconi. In questo modo si spiegano i suoi silenzi eloquenti nel vertice della Cdl dell'altra sera. E così si spiega anche la posizione presa da An molto soft. E soprattutto il partito della destra è schierato su una linea di «non scontro» con il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. E in serata Fini comincia anche a scoprire le carte: «Credo che alcuni rilievi debbano essere raccolti nello spirito e nella lettera. Sono convinto che il Parlamento approverà la legge con alcune modifiche e poi il presidente della Repubblica apporrà la sua firma. Non vedo come si possa seguire una strada diversa». E non è neanche un caso che il leader di An subito dopo ricordi: «Siamo a metà legislatura e si può fare una verifica sullo stato di attuazione del programma. Non trovo disdicevole che dopo due anni e mezzo ci sia una squadra di governo diversa da quella di inizio legislatura». Legge sulla riforma tv e tagliando all'esecutivo nella mente di Fini camminano già di pari passo. Una sponda all'Udc che vuole modificare parti sostanziali della legge. Aprendo così una partita a tutto campo che subito dopo le vacanze porterà al chiarimento definitivo nella maggioranza o al conflitto totale. F. D. O.