«MIMUN ebreo di merda».

Fatta con un pennarello di colore nero e rivolta al direttore della testata. Il comitato di redazione del Tg1 è lapidario: «Quella cosa appartiene, come chi l'ha scritta, alle fogne della vita. Come ogni forma di antisemitismo e di revisionismo storico». «Per noi - affermano in una nota Paolo Giuntella, Elisa Anzaldo e Rossella Alimenti, componenti del Cdr della testata - si tratta di un fatto gravissimo e inquietante che deve allarmare tutti coloro che lavorano a diverso titolo professionale per il Tg1 e tutta la Rai. Alla nostra durissima condanna corrisponde l'altrettanto forte solidarietà al direttore su questo ributtante episodio». La polizia che indaga sull'episodio rivolge gli accertamenti a largo raggio, «sia all'interno dell'azienda sia ai frequentatori occasionali». Ma intanto piovono le dichiarazioni di solidarietà. Se l'Usigrai commenta che è «un atto indegno che suscita l'esecrazione di tutti i dipendenti», il presidente di viale Mazzini Lucia Annunziata manifesta «il proprio disprezzo per le scritte antisemite che hanno colpito Mimun in prima persona e la Rai tutta» e il direttore della Rai Flavio Cattaneo attacca l'episodio «che dimostra lo squallore di chi lo ha compiuto. È un atto di violenza che assume una particolare gravità perché si è svolto all'interno di un insediamento del Servizio pubblico che ha proprio il dovere di esaltare i valori della nostra società». Il sindaco di Roma Veltroni parla di «gravissimo e inqualificabile episodio», mentre dal mondo politica arriva una raffica di testimonianze di solidarietà. «Sono episodi che non meritano neppure di essere commentati — dice il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri (An) — compiuti da balordi che, probabilmente non si rendono conto della gravità delle loro azioni». Dure condanne arrivano anche dal segretario dei Ds Piero Fassino, dal presidente dei deputati di Forza Italia Elio Vito, dal segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti e dal presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio.