«La riforma passerà così com'è. Saremo i gendarmi»

Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, difende la proposta del governo davanti all'assemblea federale leghista. E annuncia che il prossimo passaggio della riforma sarà quello della separazione della previdenza dall'assistenza. I sindacati rispondono però per le rime. Dalla Cisl che parla di «riforma sbagliata» alla Cgil, che mette in risalto una «concezione militare delle relazioni sindacali». Le confederazioni si preparano comunque a presentare proprie proposte al tavolo che il governo aprirà a Palazzo Chigi. Proprio la Cisl ha avviato una serie di analisi tecniche che presto saranno confrontate con analoghi studi fatti dalle altre confederazioni. Viene esaminato, tra l'altro, l'aumento dei contributi dal 17 al 20% per lavoratori autonomi e Co.co.co. che porterebbe in cassa - è questa la conclusione - 4,5 miliardi di euro in più, la metà dei risparmi previsti dalla riforma del governo. MARONI: LA DELEGA NON SI TOCCA — «Dobbiamo difendere questa riforma delle pensioni - dice il ministro del Welfare all'assemblea della Lega - dobbiamo esserne i gendarmi affinchè passi così come è. C'è un tentativo di modificarla tagliando le pensioni di anzianità, non lo permetteremo». Maroni ha evidenziato come quella delle pensioni sia la più importante tra le riforme che il suo ministero sta affrontando in questa fase. «Abbiamo litigato - ha sottolineato Maroni - ma alla fine abbiamo raggiunto un accordo che porta a una riforma». Il ministro ha poi annunciato altre due riforme in cantiere: la prima punterà a dividere la previdenza dall'assistenza, la seconda invece riguarderà i patronati. LEVATA DI SCUDI DEL SINDACATO — Le dichiarazioni di Maroni hanno provocato una ulteriore levata di scudi da parte dei sindacati. «Per noi la proposta del governo deve essere ritirata, per il ministro deve essere difesa, davanti ad un gendarme c'è poco da discutere» dice Marigia Maulucci, che per la Cgil segue come segretario confederale la partita pensioni. Interviene anche il segretario confederale della Cisl, Pierpaolo Baretta. «La riforma delle pensioni - dice a Maroni - così com'è è sbagliata: non raggiunge gli obiettivi finali e crea squilibri sociali. Il governo metta fine alle schermaglie interne e convochi i sindacati. Cgil, Cisl e Uil dimostreranno di essere in grado di sostenere le loro proposte». LE IPOTESI DELLA CISL — Non è un vero e proprio studio, ma l'avvio di un'analisi che sarà comunque confrontata con gli altri sindacati confederali. Lo snodo è l'aumento dei contributi dei collaboratori coordinati e continuativi (i Co.co.co) e dei lavoratori autonomi dal 17 al 20%. «Si otterrebbero - spiega Baretta - maggiori entrate pari a 4,5 miliardi l'anno» di fatto la metà dei risparmi ipotizzati dal governo dal 2008. SETTIMANA DI AUDIZIONI — Il confronto parlamentare sulla delega prosegue e saranno 46 tra confederazioni di imprenditori, enti previdenziali e associazioni di categoria i soggetti chiamati in settimana a dire la loro sulla riforma delle pensioni in Commissione Lavoro del Senato.