Bonolis spera nella telefonata di Berlusconi

E la polemica continua, anzi stasera la Vigilanza deciderà se convocare il direttore di RaiUno Del Noce. Anche Ignazio La Russa, con Bonolis ospite ieri sera a Porta a porta, continua a nutrire molti dubbi. «Nessuno mi toglie dalla testa che c'è chi ha voluto organizzare il giochino: oggi, con le tecnologie, chiunque può fare anche 50mila telefonate». E avanza anche un altro dubbio: «Forse, hanno sommato i basta a Berlusconi con i basta a tutti i politici in genere». La Russa sottolinea la mancanza di scientificità: «Quello è solo un giochino - afferma - Ma se una cosa così fosse successa ai tempi della Rai controllata dalla Dc, magari contro Andreotti, avrebbero tagliato subito la testa del direttore». Dopo le polemiche suscitate, Bonolis ha escluso che si sia trattato di un «complotto» e ha ribadito che quello dei "basta" era «un'idea, un gioco. Dopo tutto il vespaio - ha detto Bonolis - vedrete che qualcosa accadrà». «So che Berlusconi ha chiesto di venire ospite per tre ore», ha scherzato Vespa. E Bonolis ha risposto: «Mi dispiace, il gruppo canoro ce lo abbiamo già». E a Clemente Mastella, anche lui presente, che gli chiedeva un pronostico sugli ascolti nel caso in cui il premier andasse a Buona Domenica su Canale 5, «dipende dai pezzi che canta», ha scherzato Bonolis. «Se sta sul rock, vincono loro. Se resta sul melodico, possiamo forse strappare una vittoria». Il gioco dei "basta", ha spiegato Bonolis, «era nato con la volontà di offrire un'opportunità al pubblico. Le persone hanno risposto via e-mail e via telefono: le risposte sono state raccolte, ma non ne so niente. Alla fine ho letto quello che ho trovato scritto. Se avessi trovato scritto la Vispa Teresa, avrei letto la Vispa Teresa», ha concluso il conduttore, ricordando che «al momento della lettura Claudio Lippi era già ad Orte». Per il segretario dell'Udeur, Clemente Mastella, invece il gioco dei "basta" «può essere una testimonianza o una spia della realtà». Come già da noi anticipato ieri l'Autorità per le Comunicazioni ha acquisito la cassetta di Domenica in. E, spiega il commissario Giuseppe Sangiorgi, il problema, «può essere eventualmente il modo in cui sono stati presentati i risultati. Se si è parlato di sondaggio e le risposte sono state introdotte come rappresentative della maggioranza degli italiani, è stato commesso un errore: un sondaggio è tale se viene realizzato in base a una tecnica precisa, con un campione selezionato, come la stessa Autorità ha stabilito nel regolamento sui sondaggi del luglio 2002. Solo in questi casi i sondaggi sono rappresentativi e servono a registrare gli orientamenti, non a indurre comportamenti, cosa che sarebbe molto pericolosa. E non mi sembra che a Domenica in le cose siano andate così: a votare sono stati coloro che guardavano il programma e bisognerebbe innanzi tutto sapere chi erano gli 8 milioni di italiani davanti alla tv in quel momento». Quanto all'ipotesi di apertura di un'istruttoria e di un intervento dell'Autorità, «di solito in questi casi sono gli interessati a farsi vivi: e finora non si è fatto vivo nessuno», conclude. Lapidario il commento di Pier Silvio Berlusconi: «Per come è stato posto il sondaggio di Domenica In è inaccettabile per chi fa televisione». Mentre Giachetti della Margherita gli suggerisce allora di far fare «un altro sondaggio di questo tipo a Buona domenica». Giu.Cer.