Giorgetti: la Lega chiederà modifiche al condono edilizio

Il presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio, Giancarlo Giorgetti (Lega), in un'intervista ad Affaritaliani.it afferma infatti che «serve un aggiustamento» e questo perché «in qualche caso si è esagerato nelle agevolazioni ai condonandi». Un'altra parte da rivedere, secondo Giorgetti, è quella che riguarda i trasferimenti agli enti locali. Anche il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, è intervenuto sull'argomento. «Non è che il condono piaccia al governo - ha dichiarato - ma è risultato necessario data la condizione della finanza pubblica». Riguardo alla scelta di alcune Regioni di varare un provedimento per la non applicabilità del condono, Marzano ha detto che «ognuno prende le iniziative che legittimamente può fare». Il condono edilizio non produrrà i suoi effetti di cassa solamente attraverso le oblazioni dovute per gli abusi commessi, ma anche spingendo verso l'alto le entrate Ici, Irpef, registro, ipotecarie e catastali prodotte dalle case «emerse». La relazione tecnica della sanatoria, inserita nel maxi-dl, stima maggiori entrate per il 2004 del 50 per cento. Un gettito peraltro ridotto l'anno prossimo, si precisa, a causa «degli eventuali ritardi nelle procedure di accatastamento degli immobili condonati». Secondo dati forniti da Legambiente, che fanno parte di una ricerca condotta dal Cresme (Centro di ricerche e studi sul mercato edilizio) e prendono in considerazione il patrimonio residenziale abusivo realizzato a partire dal '94, l'effetto di un nuovo condono edilizio provocherà un buco di almeno 4,7 miliardi di euro nelle casse dei Comuni. Patrimonio stimabile in oltre 362.000 costruzioni abusive (con una superficie media calcolabile in 138 metri quadrati). L'ipotesi di condono prevederebbe un costo base di 500 euro più 100 per ogni metro quadro. «Se consideriamo - ha dichiarato Ermete Realacci, presidente nazionale di Legambiente - che al momento si parla di 250 metri quadrati sanabili, ecco allora che ci troviamo di fronte a una vera e propria ecatombe edilizia. E i guai arrivano soprattutto per i Comuni». Nelle casse statali, secondo al ricerca, è prevista un'entrata al massimo di 5,1 miliardi di euro che serviranno a tappare i buchi della Finanziaria. Ma i costi di urbanizzazione ammontano, dice il Cresme, mediamente a 24.000 euro ad abitazione, e quindi a 8,7 miliardi di euro complessivi. Di questi i Comuni possono sperare di recuperare in futuro al massimo solo 4 miliardi di euro, e i primi cittadini d'Italia dovranno quindi cacciare di tasca propria almeno 4,7 miliardi di euro. Intanto, la Toscana ha deciso di opporsi alla normativa nazionale che prevede il condono per gli abusi edilizi compiuti prima del marzo di quest'anno. E lo fa approvando una propria proposta di legge che richiama la normativa già in vigore in Toscana dall'agosto scorso.