I «saggi» al lavoro su premierato e devolution

Il consiglio dei ministri oggi affiderà all'Avvocatura dello Stato il mandato di opporsi, davanti alla Corte Costituzionale, ai ricorsi contro la legge La Loggia (di attuazione del federalismo) presentati dalle regioni a statuto speciale (ad eccezione del Friuli Venezia Giulia) e dalle province autonome di Trento e Bolzano. Da domani, inoltre, in una baita in Cadore si riuniranno i quattro «saggi» della Casa delle Libertà incaricati di preparare la bozza delle riforme istituzionali da approvare nei prossimi mesi. Nonostante le ferie estive, quindi, la maggioranza è al lavoro per trovare un'intesa su uno dei punti più delicati e complessi del programma di governo. I ricorsi per incostituzionalità contro la legge La Loggia sono stati presentati dalle regioni a statuto speciale Sicilia , Sardegna e Valle d'Aosta, oltre che dalle province autonome di Trento e Bolzano, perchè ritengono che l'applicazione del provvedimento che ha modificato il capitolo Quinto della Costituzione incida sulla loro autonomia riducendola rispetto a quella delle regioni a statuto ordinario. In particolare viene contestato il principio che fino all'adeguamento dei rispettivi statuti alle regioni a statuto speciale ed alle province autonome si applichi la legge La Loggia. Il governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro ha parlato di «violazione» dello statuto speciale siciliano. Ed ha espresso anche il timore che la devolution porti «una omologazione della Sicilia alle regioni ordinarie». Il presidente della regione Sardegna Mauro Pili ha sostenuto la necessità che il governo riconosca le prerogative regionali in materia di fisco, demanio, ambiente e regimi doganali. Sulle riforme istituzionali, intanto, da domani sarà al lavoro la speciale commissione di «saggi» della Cdl formata da Francesco D'Onofrio (Udc), Andrea Pastore (Fi), Roberto Calderoni (Lega) e Domenico Nania (An). Quattro i temi in discussione: premierato, Corte Costituzionale regionale, Senato federale e devolution). È noto che al centro delle polemiche, provocate dalle Lega, è l'interesse nazionale. Il capo di gabinetto di Bossi, Francesco Speroni, ha gettato acqua sul fuoco assicurando che la Lega non intende mettere in discussione l'unità nazionale. Il testo delle riforme, comunque, dovrà essere concordato «altrimenti le riforme non si fanno», ha avvertito. Per la Lega il «punto irrinunciabile» è la «devolution così com'è» su Corte Costituzionale, premierato e Senato federale. Anche l'Udc pone le sue condizioni. La Costituzione del '48, ha affermato D'Onofrio, va riformata ma non cancellata. Il «saggio» dell'Udc è però ottimista e convinto che un accordo sarà trovato. Se non sarà così, ha aggiunto, la parola passerà al vertice dei leader della Cdl. È ottimista anche Andrea Pastore di Forza Italia che prevede la conclusione dei lavori entro il 27-28 agosto e, assicura, certamente il Parlamento potrà approvare le riforme entro il 2004 come ha chiesto Bossi. La proposta dei «saggi», ha spiegato Domenico Nania (An) sarà «aperta» e ci sarà il confronto con l'opposizione, oltre che con le Regioni. Ma l'Ulivo non crede che la Cdl sia in grado di presentare una sua proposta per le riforme. E. S.