La sinistra ora si scopre innocentista

Questa è la colpa più grave». Chi lo dice? Berlusconi? O qualche pasdaran del garantismo? L'ultimo fan dell'innocentismo forzitaliota? O Sandro Bondi, il portavoce degli azzurri? Macché, nessuno di loro. Lo dice l'ex e forse futuro leader dell'Ulivo Romano Prodi il quale si scaglia contro il finanziere Igor Marini che lo accusa di aver intascato una tangente per l'affare Telekom Serbia. Il presidente della commissione europea aggiunge: «Non si possono avere risultati positivi per la comunità in cui viviamo se c'è un'aggressione continua e se non c'è un rispetto per le persone». Fassino si rivolge agli avvocati e querela Carlo Taormina, deputato di Fi e membro della commissione d'inchiesta sul caso. Il segretario dei Ds è «indignato» per le parole di Taormina (che aveva chiesto il suo arresto) e perché lui, Prodi e Dini «non sono ancora indagati», spiega il portavoce del leader della Quercia, Roberto Cuillo. Il quale afferma che le parole dell'esponente di Forza Italia sono «la ulteriore dimostrazione dell'uso torbido, provocatorio e strumentale da parte della destra di una commissione parlamentare d'inchiesta. Riteniamo del tutto inaccettabile che un membro della commissione, che proprio per questa delicata funzione dovrebbe essere garante di rigore e imparzialità, si abbandoni a comportamenti e dichiarazioni che quotidianamente concorrono a una campagna di denigrazione diffamatoria nei confronti di persone oneste». Dello stesso tenore anche le dichiarazioni di Lamberto Dini: «È evidente che la maggioranza vuole screditare con una commissione la leadership del centrosinistra, e con l'altra addirittura mettere sotto accusa la magistratura. E nel momento in cui esponenti della maggioranza sono stati condannati. Questo è ben più inquietante di Telekom-Serbia». L'ex ministro degli Esteri sottolinea poi che «la maggioranza di oggi vuole sovvertire l'ordine istituzionale. E si sorprende pure quando l'opinione internazionale li castiga. Questo è il vero atto di inizio del semestre italiano in Europa: un ennesimo autogol di chi ci governa». E sentenzia: «Si getta fango, si cerca di screditare la persona che sarà il candidato premier dell'opposizione alle prossime elezioni, il segretario politico del più importante partito della sinistra, e me stesso». «Prometto rigore, ma pretendo rispetto», replica il presidente della commissione di inchiesta Telekom Serbia Enzo Trantino (An). Che poco dopo rivela di aver parlato al telefono con i presidenti di Camera e Senato Casini e Pera i quali lanciano un appello: abbassare il livello delle polemiche tra maggioranza e opposizione. E in serata arriva un richiamo più chiaro di C «Esiste un dovere di riservatezza, di equilibrio e di responsabilità intimamente connessi al dettato costituzionale in tema di Commissioni parlamentari di inchiesta». E aggiunge: «L'autorevolezza della Commissione è direttamente proporzionale alla serenità e alla serietà del suo lavoro a cui tutti i singoli commissari sono tenuti a partecipare». «Serenità agostana, perché a questo punto le polemiche sono inutili», gli fa eco Italo Bocchino, deputato di An. È l'opposizione che deve impegnarsi per riportare un «clima sereno» nella vicenda Telekom Serbia, risponde Taormina. Che poi attacca il suo partito, chiedendo «tutela di fronte all'aggressione che per l'ennesima volta la sinistra mi riserva essendosi resa conto che il colpo è partito e può andare a segno». Chiosa Roberto Calderoli (Lega): «Quello che mi sarei aspettato dai ministri, dai sottosegretari del settore e dall'allora presidente sarebbero state le scuse al popolo per l'ormai accertato sperpero del denaro pubblico verificatosi nell'affare».