OPPOSIZIONE AL DPEF

E aggiungono una considerazione critica sul metodo con il quale il Governo ha proceduto, che mette sostanzialmente in soffitta la concertazione. «I rapporti fra Governo e parti sociali sono inesistenti - ha osservato il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani - trovo singolare però che proprio il Dpef ipotizzi un tavolo di confronto con le parti sociali per individuare le priorità e individuare le risorse per farvi fronte». Questo sarebbe «impossibile e sbagliato» perché ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. È molto difficile, per Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl, «dare un parere su un documento non è solo molto generico e vago, ma che, ci è stato detto, è "aperto"». Per il segretario generale aggiunto della Uil, Adriano Musi, il testo del Dpef è «anoressico» e pieno «di inesattezze e imprecisioni». Inoltre stravolge l'impostazione della concertazione, a 10 anni esatti dall'avvio dei quella politica «che ha dato frutti importanti e significativi per il paese». Ancora più duri i Ds: tutto sbagliato, tutto da rifare. La Quercia, in una conferenza stampa con il segretario Piero Fassino e il responsabile economico Pier Luigi Bersani, propone un altro modello di Italia e un altro modello di governo. L'occasione è il decimo anniversario dell'accordo del luglio del '93: «Un patto - spiega Fassino - che mantiene intatto tutto il suo valore, che portò l'Italia in Europa, che consentì una politica di risanamento, di rientro dell'inflazione, del debito pubblico e del deficit».