Strano ma vero: migliorano i conti della nostra previdenza

Oggi, è detto in una nota della Cgia, ogni 100 euro spesi in pensioni 71,4 sono coperti dai contributi versati dai lavoratori. Purtroppo, continua ad aumentare l'incidenza delle pensioni sugli occupati. Nel 1982 erano il 60,4% ora sono il 70,6%. Le riforme degli anni '90 - afferma la Cgia di Mestre - stanno dando i loro frutti. L'aumento del livello della contribuzione è certamente il punto cardine attorno ai quali ruota questa tendenza virtuosa. Ciò non significa, comunque, poter esorcizzare una discesa. Soprattutto quando si valutano altri indicatori di uno scenario presente che fa temere il peggio per il futuro. Infatti, mentre il numero delle pensioni negli ultimi 20 anni è aumentato di oltre il 21%, il numero degli occupati ha segnato solo un + 4%. Risultato: le pensioni erogate oggi arrivano a 15 milioni 190 mila 443 contro i 21 milioni 514 mila lavoratori attivi. E intanto l'incidenza del numero di pensioni sul totale degli occupati supera il 70%, rispetto al 60,4% del 1982. È l'istantanea scattata dagli esperti della Cgia di Mestre, che nell'analisi di tale panorama ritiene opportuno inserire alcuni fondamentali dati demografici: fino al 1982 la popolazione over 65 era pari al 13, 6% sul totale, nel 2002 al 18, 7% e nel 2030 si arriverà al 28%. Praticamente quasi un terzo degli italiani avrà i capelli grigi e la prospettiva non è poi tanto lontana. Non tanto distante da potersi concedere il lusso di ignorarla o di non apportare degli aggiustamenti al sistema previdenziale. «Sia chiaro - commenta il Segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi - nei dati relativi al numero di pensioni non figurano le pensioni sociali e gli assegni vitalizi. Ovvero, quelle misure assistenzialistiche che dovrebbero essere scorporate nettamente dal sistema previdenziale. Ebbene, tenendo conto di questo aspetto il risultato ottenuto dimostra come le riforme fatte nell'ultimo decennio abbiano migliorato la sostenibilità economica del sistema. Adesso, visto il progressivo invecchiamento della popolazione non resta che ritoccare il buon lavoro fatto in passato da Amato, Dini e Prodi. Per questo apprezziamo la moderazione che sta tenendo su questo delicatissimo argomento il Ministro del Welfare Maroni».