Incompatibilità pm-giudici, l'Anm: «Sì se nello stesso Tribunale»

Così ieri Edmondo Bruti Liberati, presidente dell'Anm, nella sua relazione a un convegno sulla qualità della giustizia tenuto con gli avvocati nella città pugliese. Bruti Liberati, dopo avere osservato che «il pm deve essere il primo garante della libertà dei cittadini», ha proseguito affermando che l'Anm è «favorevole a un regime di incompatibilità che non consenta ad un pubblico ministero e ad un giudice di passare dall'una all'altra funzione nello stesso ufficio, nello stesso Tribunale. Mi sembra che questa norma sia sufficiente a tutelare l'immagine di imparzialità». Sul bilancio per la giustizia, ha detto poi che i magistrati si rendono conto «dei tagli al bilancio dello Stato, che sono un problema che riguarda tutti i ministeri, ma è necessario che il ministero della Giustizia si impegni per razionalizzare la spesa, salvaguardando quelli che sono i servizi essenziali, tra i quali la stenotipia». E su queste questioni ha detto che «stiamo avanzando, quando è necessario, delle critiche, ma anche delle proposte precise e articolate e il dialogo è esattamente su questo». Tra l'altro, ha ricordato che «sulla valutazione della professionalità, un tema che il disegno di legge governativo sull'ordinamento giudiziario non affronta in modo adeguato, abbiamo avanzato proposte, edite in un apposito volume». Il presidente dell'Anm ha tenuto a sottolineare: «Noi magistrati applichiamo la legge che è in vigore, se cambierà applicheremo la nuova legge». Ma ha subito ammonito: «Il compito dei magistrati è difendere l'indipendenza della magistratura, che è garanzia per i cittadini e non certo un privilegio per i magistrati». Ed ancora, in merito alla preparazione dei neomagistrati, quelli che si scelgono - ha detto - «sono i laureati che le nostre facoltà di giurisprudenza producono. Si deve fare molto sulla formazione successiva, occorre un tirocinio iniziale più adeguato». «Il Consiglio superiore della magistratura - ha concluso - già lo sta facendo, ma dovrebbe farlo con una struttura stabile, una scuola della magistratura che deve essere istituita presso il Csm». Ai convegnisti è giunto anche un messaggio del capo dello Stato, il quale ha ribadito che i temi della giustizia vanno affrontati «con decisione attraverso un dialogo costruttivo», non solo in Parlamento, ma anche nel dibattito a cui partecipano magistrati e avvocati. E per rasserenare il clima Rocco Buttiglione, ministro delle politiche comunitarie, sul lodo Maccanico ritiene che esista «un accordo molto ampio per la sua versione originaria», ma non che «ci sia un consenso altrettanto ampio nella versione che prevede di estenderlo».