ANDREOTTI A «PORTA A PORTA»

Intervistato ieri sera da Bruno Vespa per «Porta a porta» Giulio Andreotti annuncia di non voler fare ricorso in Cassazione sulla questione relativa alla prescrizione del 1980. Alcuni pubblici ministeri, infatti, sottolineano come quella di Andreotti sia una «assoluzione a metà», proprio a causa della prescrizione. «Capisco - risponde il senatore a vita - che l'atteggiamento ostile a me sia duro a morire in loro, e Caselli ci ha scritto pure un libro, tra l'altro mentre era in Appello. Ma non è così giuridicamente. Per me, ora, la questione è chiusa: 10 anni non sono stati pochi, però ringrazio Dio di essere ancora vivo». Il suo avvocato Franco Coppi replica alle polemiche di alcuni magistrati: «Quanto all'invito rivolto al senatore Andreotti di vestirsi a lutto dopo la sentenza, cortesemente rivoltogli da uno dei magistrati che per un certo periodo di tempo hanno sostenuto l'accusa nel processo di primo grado, mi permetto di osservare che il lutto si addice meglio a chi avendo chiesto la condanna del senatore Andreotti, non è riuscito ad ottenerla nè dai giudici di primo grado, nè da quelli di appello». Quanto all'interpretazione «malevola» della parte del dispositivo in cui si fa riferimento alla prescrizione, secondo il difensore del senatore, «non ha alcuna giustificazione». Sulle dichiarazioni di Grasso intervine Del Turco: «Trovo francamente singolare che il procuratore della repubblica di Palermo abbia detto, commentando l'esito del processo Andreotti, "adesso tocca alla storia"». Lo ha detto a Radio Radicale l'ex presidente della commissione antimafia. «Certo che tocca alla storia - dichiara il senatore dello Sdi - è ovvio, quasi banale, che la storia si occuperà di Andreotti, come di De Gasperi. Ma la storia non viene dopo la Cassazione, non è il quarto grado di giudizio».