Scontro continuo nei Ds Aprile verso l'autonomia

Il corsivo dell'altro ieri firmato «Catilina» sul sito della Fondazione Di Vittorio, presieduta da Sergio Cofferati, molto critico con la dirigenza diessina e con l'Ulivo suscita reazioni accese e muove le acque. Intanto domani e dopodomani si riunisce a Roma l'assemblea nazionale di «Aprile» per decidere l'autonomia e la collocazione dell'associazione nella rete dei «movimenti»: apre i lavori Giovanni Berlinguer e li chiude Cofferati. Sempre domani altra assemblea dei Ds: sono i riformisti, in parte coincidenti con i liberal, i cui lavori, aperti da Umberto Ranieri e conclusi da Morando, vedranno anche l'intervento di Fassino. A reagire con durezza alla nota di «Catilina» sono entrambi i presidenti dei gruppi parlamentari della Quercia. Angius dal Senato dichiara che «è legittimo pretendere le scuse da chi ha la responsabilità di quella fondazione» e cioè, in pratica, di Cofferati. Da Montecitorio Violante dice a sua volta che «non uno strappo ma un «insulto», al quale si può riparare solo «riconoscendo di aver sbagliato». A «difendere» Cofferati accorre, sempre nei Ds, Fabio Mussi al quale sembra che «non si sia strappato nulla con Cofferati. Conosco lo stile di Cofferati e non mi sembra di vedere la sua mano». E il senatore Cesare Salvi aggiunge che una volta precisato che l'intervento sotto accusa «non è riconducibile a Cofferati, non esistono ragioni di attacco nei suoi confronti». La sortita di «Catilina» suscita la reazione che della «Velina rossa», foglio tradizionalmente considerato vicino a D'Alema, secondo la quale la maggioranza diessina, di fronte alla provocazione lanciata dalla Fondazione presieduta da Cofferati, starebbe rispondendo con troppa debolezza. «Non basta un comunicato dell'ufficio stampa del partito», si legge sulla «Velina rossa», e «ci pare del tutto catastrofico il commento riduttivo di Bersani, per il quale il linguaggio di Catilina non è quello di Cofferati. La «Velina» quindi torna ad evocare lo spettro di una scissione nel partito, e a chiedersi se la strada migliore «per arginare questa situazione» non sia «il confronto chiarificatore sulla linea politica e sulla stessa linea della convivenza all'interno del partito». Quanto a Cofferati, si legge ancora nella nota, «se si vuole candidare alla guida del partito lo faccia in modo chiaro, rispettando le regole di democrazia interna», e si ricorda che il gruppo dirigente dei Ds è stato eletto al congresso di Pesaro, anche se «a sentire il nuovo Catilina si direbbe che tutto ciò non conta e che al di sopra del voto democratico espresso dagli iscritti di un partito, ha oggi valore soltanto la piazza». D. T.