Piovono le bombe, mercati euforici

Ieri a Bruxelles il presidente della Commissione Prodi ha detto che nel valutare il rispetto del patto di stabilità europeo si terrà conto «delle circostanze eccezionali, come la guerra» e che «le nuove tensioni geopolitiche indeboliscono ulteriormente la fiducia dei consumatori e degli investitori». Alle notizie e alle immagini provenienti dal teatro di guerra, però i mercati hanno reagito, ieri, in modo molto positivo. Mentre a Baghdad piovevano le bombe, l'indice borsistico paneuropeo faceva registrare il miglior progresso da due anni a questa parte, nell'evidente aspettativa che il conflitto si concluda rapidamente e corrispondendo alla ripresa di fiducia che ha percorso Wall Street. Si è avuto quindi un finale in netto rialzo per tutti gli indici europei, con un rialzo del 2,53% a Londra e uno del 3,43% per Parigi. A circa un'ora dal finale Francoforte segnava un progresso del 4,24%. In rialzo del 2,55% Madrid, bene anche Milano (+2,94%). Guadagnava il 4,98% Amsterdam, mentre Stoccolma segnava + 1,87%. In progresso del 3,92% Zurigo. A portare calma sui mercati si sono aggiunte anche le quotazioni del petrolio, con il Brent in calo di un quinto solo nell'ultima settimana, anche qui sulla base della fiducia in una rapida soluzione del conflitto in Medio Oriente e al ridursi dei timori di una distruzione dei pozzi iracheni, poco dopo che si è saputo che solo sette erano stati incendiati dalle truppe di Saddam in ritirata e che da Londra era subito partito un gruppo di specialisti per spegnerli. Intanto gli Stati membri dell'Unione e la Banca centrale europea sono vigili, attenti a «monitorare attentamente gli sviluppi dell'economia e dei mercati finanziari» e «pronti a cooperare e ad agire appena necessario». L'impegno è contenuto in una dichiarazione congiunta ieri al termine della riunione dell'Ecofin, nella quale è stato constatato un rallentamento nella crescita e nella creazione di posti di lavoro. «Le incertezze economiche e i rischi di politica globale pesano profondamente sulle previsioni a breve termine e ritardano la ripresa», affermano i capi di Stato e di governo della Ue nelle conclusioni del vertice, che quindi riconferma la strategia di riforme economiche di Lisbona per sostenere il potenziale di crescita dell'Unione. Per ora comunque l'andamento dell'economia non preoccupa: «Non c'è il rischio di grandi preoccupazioni sul fronte economico», ha detto il ministro greco Nikos Christodoulakis, presidente di turno dell'Ecofin. Il commissario Ue agli affari monetari ed economici Pedro Solbes ha detto che la situazione non esime nessuno dal rispetto del patto di stabilità, ma la possibilità affermata da Prodi di tenere conto delle circostanze eccezionali come la guerra è contemplata dai Trattati. Non è quindi una boccata d'ossigeno per le politiche di bilancio di Francia e Germania, che hanno deficit già superiori al 3%, e devono riportare in ordine i propri conti.