a porta a porta

J'accuse di Mieli ai media italiani: Il Tempo minacciato ma le tv tacciono. Da Israele a Kirk un clima avvelenato

Luca De Lellis

A rifletterci un attimo, ormai il dibattito pubblico segue delle linee guida ben codificate, oliate come se ci fosse un burattinaio dietro a tenere i fili. Gaza e Hamas, Donald Trump e l'attentato a Charlie Kirk: il leitmotiv del confronto sugli avvenimenti che stanno scuotendo la politica mondiale si ripete ciclicamente. E l'omissione di alcuni fatti preoccupanti da parte dei media italiani ne è la riprova. Ne ha parlato Paolo Mieli durante la puntata di Porta a Porta, andata in onda su Rai1 giovedì 11 settembre sotto la conduzione di Bruno Vespa. "Questa è l’Italia. Mi auguro che nei luoghi di cultura ci si possa aprire tranquillamente al dibattito, anche tra fazioni opposte. Ma per adesso viviamo in un paese in cui Il Tempo ha ricevuto delle minacce e nessuno ne ha parlato", ha detto rammaricato l'editorialista del Corriere della Sera.

 

A cosa si riferisce Mieli? All'inchiesta che il quotidiano diretto da Tommaso Cerno - anch'egli presente in studio - sta conducendo ormai da più di un mese in merito ai rapporti tra Hamas, in particolare nella persona del 62enne Mohammed Hannoun considerato da varie e autorevoli fonti vicino all'organizzazione, ed esponenti della sinistra parlamentare italiana. E alla capillarizzazione della comunità islamica nel nostro Paese e nel continente europeo. Investigazione giornalistica che ha avuto le sue rappresaglie in termini di minacce pervenute alla redazione e al suo direttore. Lo storico direttore del Corriere della Sera e de La Stampa rimprovera i media italiani di non essersi mai occupati di questa storia, che comunque ha a che fare con lo stato di salute della libertà di pensiero in Italia. Ci pensa lui a darne lumi: "Lui non lo dirà mai per modestia, ma il giornale diretto da Cerno è stato oggetto di minacce per aver scritto cose di questo tipo, e tutti hanno fatto finta di niente in Italia e nella televisione”. 

 

Solo che Hamas - gruppo estremista e terrorista mediorientale, autore del massacro del 7 ottobre - nell'opinione ormai dominante in Italia, sembra quasi ormai la vittima degli orrori che stanno attraversando la Striscia di Gaza. Quando invece gli unici veri martiri del massacro sono i civili palestinesi e Hamas, tuona Cerno, " ne rappresenta uno dei principali colpevoli". Invece, dichiara il direttore de Il Tempo, "il solo colpevole è diventato Israele, l'unico Stato democratico del Medio Oriente". Lo stesso processo sta investendo Donald Trump e la destra americana, ai quali sono state attribuite delle responsabilità nella morte di Charlie Kirk - l'influencer e attivista che diede il suo contributo decisivo con i suoi discorsi ai giovani al successo elettorale del tycoon, assassinato da un cecchino durante uno dei suoi speech nel campus della Utah Valley University (Uvu) di Orem - "quando invece Kirk quella destra conservatrice la rappresentava". Un mondo al rovescio, in cui l'analisi della complessità dei fatti viene abbandonata per lasciare spazio alla ricerca immediata del colpevole di turno.