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Neonata rapita, i dubbi di Bruzzone sul marito di Vespa: "Bambina caucasica e..."
Non si è sottratta certo ad analizzare il caso mettendo in discussione i nodi della ricostruzione fatta finora. Roberta Bruzzone, ospite a Zona Bianca, ha espresso i suoi dubbi su quanto emerso in merito al caso di Cosenza, dove il piano folle di una donna è durato nove mesi e saltato solamente grazie a un blitz riuscito della Polizia. Sono infatti ancora molti i punti da chiarire nella storia della piccola Sofia e della sua sequestratrice Rosa Vespa. Lo scorso 21 gennaio, a Cosenza, una neonata è stata rapita dall'ospedale Sacro Cuore dalla 51enne che, per la durata di una gravidanza, avrebbe finto di essere incinta di un maschietto e che, vestendo i panni di un'infermiera, ha poi sottratto una piccola alla mamma per portarla a casa sua, metterle dei vestiti azzurri e festeggiare "il nuovo arrivato" con un gruppo di persone care.
Secondo gli inquirenti, Vespa ha ideato e messo in atto in modo del tutto autonomo il sequestro di Sofia, ingannando tutti, parenti, amici e persino il marito Moses Omogo Chidiebere, per cui il gip ha disposto la scarcerazione il 24 gennaio. Bruzzone, però, del fatto che l'uomo non fosse al corrente della verità non è sembrata convinta. "Questo è il passaggio che a me non torna", ha detto senza tanti giri di parole. Rosa Vespa "ha cambiato la bambina in macchina. In più è una bambina caucasica". "È assai improbabile che un bambino caucasico possa nascere da una coppia mista. Uno dei due è di colore. Lui, quando l'ha vista, rispetto alle foto che ha ricevuto e osservando il colore della pelle della bambina, possibile che anche in quel frangente non abbia avuto alcun tipo di sentore che ci fosse qualcosa non al suo posto?", ha chiesto.