Caso Pedretti
Vittorio Feltri spiazza tutti, Selvaggia Lucarelli? "Perché non è colpevole"
Una doppia indagine, la ricerca della verità. A Lodi si vuole fare luce sulla morte di Giovanna Pedretti, la titolare della pizzeria "Le Vignole" trovata morta nel Lambro domenica dopo l’esplosione del caso della recensione su gay e disabili. I carabinieri indagano per istigazione al suicidio, al momento contro ignoti, ma nello stesso tempo provano a risalire al dispositivo dal quale è stato fatto partire il commento di critica. Vittorio Feltri, nel suo spazio quotidiano su Il Giornale, ha affrontato la questione dal suo punto di vista e ha preso le difese di Selvaggia Lucarelli, finita sotto accusa per aver messo alla gogna la titolare del locale deceduta. "Puntualizzo che tale ipotesi è a carico di ignoti, anche se, leggendo certi commenti e ascoltando alcuni opinionisti e giornalisti, sembra quasi che ad essere indagata per questo crimine sia Selvaggia Lucarelli o il suo compagno (Lorenzo Biagiarelli, ndr) o che lo siano entrambi. Questa è una falsa informazione. Davanti a un suicidio accade sovente che le procure indaghino allo scopo di accertare che la decisione di togliersi la vita non sia stata determinata dall'intervento di individui che abbiano appunto indotto il suicida a compiere il gesto estremo, magari generando in lui uno stato di profonda afflizione, di irrimediabile malessere, tanto grave da condurlo a considerare la morte una specie di liberazione": questa la premessa del direttore editoriale del quotidiano.
Per Feltri, l' "approfondimento giudiziario" è cosa necessaria e, proprio per questo, non vi è motivo di puntare il dito contro Lucarelli e il compagno. "Essi hanno pubblicamente denunciato il fatto che la ristoratrice avrebbe diffuso una falsa recensione omofoba riguardante il suo locale e attaccato l'autore anonimo di questa al presunto scopo di ottenere visibilità e apprezzamenti. In effetti, i dubbi sollevati sono consistenti e quindi non sembrano costituire diffamazione ai danni della ristoratrice. Nessuno, infatti, ha smentito la ricostruzione di Lucarelli. Nessuno ha affermato che ella si è inventata tutto, prendendo di mira una povera lavoratrice". Qual è, allora, l'effetto che gli interventi di Lucarelli provocano? "Quello che viene contestato a Selvaggia è che ella è solita gettare nel tritacarne e dare in pasto alla gogna dei social network oggi questo e domani quel personaggio o individuo qualunque, il tutto senza farsi tanti scrupoli e mostrando addirittura una cattiveria che dà i brividi", ha spiegato.
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Pur riconoscendo la tendenza dell'opinionista a dimostrare "una sorta di spirito persecutorio", Feltri è stato netto sul caso e ha scritto: "Ma da qui a ritenerla rea di istigazione al suicidio ce ne passa. Ogni di qualcuno finisce nel mirino degli odiatori dei social network o della stampa, pensiamo a cosa sta subendo Chiara Ferragni in questo periodo. L'odio è distruttivo, sfinisce, esaurisce, piega l'animo, annienta. È dura leggere critiche, commenti carichi di malignità, auguri di morte e di malattia, parole piene di indignazione nei nostri riguardi. Ma se qualcuno non regge tutto questo e si ammazza, la colpa non può essere attribuita a chi ha portato a galla un eventuale atto sconveniente, ingiusto, poco pulito, criticabile che la persona che si è suicidata ha compiuto". Al contrario, il giornalista ha ritenuto "plausibile" che Pedretti "si sia uccisa perché è entrata in uno stato di vergogna e di disperazione in seguito ad una sorta di spu***namento pubblico che ha a sua volta determinato gli attacchi spietatissimi e scomposti dei cosiddetti leoni da tastiera che popolano i social network e che si propongono sempre come persone pulite".