il caso

Festival Puccini, lo sfogo del maestro Veronesi: basta soldi per ridicolizzare le opere

Christian Campigli

Una vicenda che ha fatto discutere. Ha posto interrogativi, in particolar modo sul potere politico ancora presente in certe regioni rosse. E ha diviso l'Italia, tra chi lo considerava un genio, estromesso per colpa "dei comunisti" e chi un artista che aveva esagerato. Ma soprattutto ha rimesso al centro del dibattito pubblico la cultura. Alberto Veronesi, licenziato dal Festival Puccini, ha organizzato per sabato 29 luglio una sorta di Controfestival. "Il 29 luglio, giorno della mia Bohème a Torre del Lago, ho organizzato una "Traviata", nella città di Fausto Torrefranca, il grande accusatore di Puccini, qui nella veste di accusatore di Cristoph Gayral. A Vibo Valentia, con una orchestra di giovani straordinari, con mezzi ridicoli rispetto ai Festival come il Pucciniano, dirigerò, gratuitamente, alle 21 una "Traviata" dove l’orchestra, i cantanti, gli attori e anche il pubblico si presenteranno con una benda sugli occhi, che rappresenta la selva oscura nella quale è immerso il teatro d’opera italiano".

 

 

 

Il maestro poi si rivolge direttamente al Ministro Gennaro Sangiuliano. "Hanno detto che è facile criticare ma bisogna proporre: eccola qui la proposta, torniamo alla bellezza, torniamo alla poesia, alla cura del testo, torniamo al rispetto degli autori. Qui fa meglio una piccola orchestra del Mezzogiorno italiano come l'Orchestra Sinfonica della Calabria, di Vibo Valentia che un grande Festival con milioni di euro dallo Stato. Torniamo ai giovani che devono studiare e poter lavorare, poter maturare e poter essere sostenuti. Rivolgo un appello al Ministro della Cultura. Basta spendere milioni di euro per allestimenti teatrali il cui obiettivo è ridicolizzare i testi degli autori, promuovendo la carriera di registi che pagati come star del cinema durano solo due o tre stagioni e poi vengono dimenticati. Usiamo i soldi dello Stato per sostenere i tanti musicisti, cantanti, solisti, artisti lirici che sgobbano e studiano ma vengono dimenticati. Ministro, basta mettere in scena ascensori, elevatori, spiagge e cabine, parti, aborti e topi in scena e travestire "Norma" da palestinese, e Attila da nazista, Mimì da sessantottina che si rolla le canne e fa il pugno chiuso, con soldi pubblici a spese dei contribuenti, spendendo decine di milioni di euro. La crisi del Teatro, la crisi del Maggio, i debiti dei Teatri sono dovuti anche e soprattutto a questo. Si mettano dei paletti, dei limiti precisi nelle spese per allestimenti. Noi sabato 29 con la "Traviata" calabrese la benda la leviamo, non la mettiamo”.