l'inchiesta

Cosa era Calciopoli, Report riapre il caso: da Moggi agli audio choc

Christian Campigli

Un caso che ha riscritto la storia del calcio italiano degli ultimi venti anni. Ha alimentato polemiche, tensioni tra tifosi, accuse tra le società coinvolte. E ha visto, soprattutto, la fine dell'egemonia di potere di un dirigente che, in quel periodo, sembrava intoccabile.

A distanza di quasi venti anni, Calciopoli torna al centro del dibattito pubblico. Questa sera Report, la nota trasmissione televisiva di Rai Tre, dedicherà un ampio approfondimento all'inchiesta che, nel 2006, sconvolse il mondo del pallone. “Ho portato le voci di chi è intercettato, di quello che dicono. Di 170mila intercettazioni, solo venticinque riguardavano la Juventus”.  Parole precise, che tagliano l'aria come un rasoio affilato, quelle pronunciate da Luciano Moggi, ex direttore generale dei Bianconeri coinvolto, in prima persona, nello scandalo che portò a sentenze importanti.

La Juventus fu retrocessa in Serie B e privata di due scudetti dai processi sportivi. In rete fanno già discutere le anticipazioni della puntata, in particolare un’intercettazione tra l’arbitro Massimo De Santis e l’ex designatore Paolo Bergamo. La telefonata risale al 20 aprile del 2005 dopo la gara Juventus-Inter, vinta per 1-0 dai nerazzurri con un gol di Cruz e diretta da De Santis, “Comunque Paolo, l'importante è che questa è andata bene, sennò sai che casino che succedeva”, le parole del direttore di gara, condannato dalla giustizia sportiva perché legato al sistema targato Moggi e Juventus.

Nei migliaia di gruppi WhatsApp all'interno dei quali i tifosi parlano della propria compagine, c'è un misto di paura, curiosità e desiderio di giustizia. La sensazione, ma non da oggi, è che la verità emersa dalle inchieste di Calciopoli sia stata solo una piccola fetta di uno scandalo molto più diffuso. Stasera uno dei dirigenti più potenti racconterà la propria versione. Una nuova puntata di una saga la cui conclusione è ben lontana dall'essere scritta.