CASO KARAOKE

Peter Gomez, lezione alla sinistra: "Salvini? Finché la barca va..."

Giada Oricchio

La festa di compleanno per i 50 anni di Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è coincisa con il post Consiglio dei ministri a Cutro, dove il governo si era recato in trasferta a seguito della strage di migranti (79 morti di cui 32 minori) del 26 febbraio scorso, con le polemiche per l’imprecisa conferenza stampa e per il mancato incontro tra la premier e i parenti delle vittime. La sera stessa si è svolto il party a sorpresa per Salvini alla presenza di Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi, alcuni ministri e diversi giornalisti tra cui Nicola Porro che sui social ha postato il video del karaoke di Salvini e Meloni (sciaguratamente hanno intonato la Canzone di Marinella di Fabrizio De André).

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Lo scopo di Porro era smentire le indiscrezioni di un centrodestra diviso e litigioso sulle scelte di governo, ma il filmato ha suscitato indignazione tra la gente comune e alcuni giornalisti che hanno parlato di “karaoke morte della vergogna”, “comportamento inopportuno e inumano”, “governo incapace di comunicare”. Sulla querelle ha preso posizione il direttore de ilfattoquotidiano.it 

Peter Gomez, in collegamento con la trasmissione “Tagadà” su La7, lunedì 13 marzo, ha tagliato corto: “Ridurrei tutto alla categoria degli scivoloni, si risolve con una battuta. Noi ad esempio abbiamo detto ‘potevano cantare finché la barca va’. Francamente, nell’altro modo, si fa attivismo politico, non più giornalismo. Indro Montanelli l’avrebbe risolta con un suo Controcorrente, questo è il valore della cosa”. Gomez ha anche dato una stoccata alla sinistra: “Alla festa c’erano giornalisti di destra quali Porro e Sallusti e già questo varrebbe a spiegare quanto siamo terzi… Naturalmente lo stesso discorso vale per la sinistra. Se io fossi stato invitato, avrei detto non vengo perché noi facciamo un altro mestiere. Però per me rientra nell’ambito dei piccoli scivoloni”.