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Cospito, Gomez umilia il Pd: "Meloni è piaciuta agli italiani e anche a me"

Giada Oricchio

“Giorgia Meloni? È piaciuta anche a me”. Peter Gomez, direttore de “Il Fatto Quotidiano.it”, ha analizzato il caso Cospito (il leader anarchico in sciopero della fame contro il 41 bis) con lucidità ed equilibrio. Ospite della trasmissione di LA7, “Tagadà”, lunedì 6 febbraio, il giornalista ha ricordato le parole della premier (“lo Stato non tratta con chi lo minaccia”) e ammesso: “Agli italiani è piaciuto quello che ha detto. Le cose sono più complicate di come appaiono, ma giusto o sbagliato hanno percepito la fermezza dello Stato ed è stato un grosso booster per Meloni. E devo dire che è piaciuta pure a me”.

Gomez ha definito “inopportune e sbagliate” le rivelazioni e i toni contro il Pd degli esponenti di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro, ma al tempo stesso ha criticato i dem. “Per chi conosce le cose di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta, evidentemente sconosciute ai quattro parlamentari del Pd (in visita a Cospito, nda) e stupisce perché tra loro c’era l’ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, andare a parlare con un detenuto anarco-insurrezionalista al 41 bis e sentirsi dire prima di parlare con me, dovete andare a parlare con loro cioè tre detenuti tra cui Pietro Rampulla, artificiere della strage di Capaci - ha spiegato il direttore - significa non capire che la battaglia di Cospito è una battaglia non solo per conto di se stesso, ma anche in nome e per conto della mafia”.

C’è dell’altro e di peggio secondo il fondatore del mensile Millenium: “Come se non bastasse, escono dal carcere e il 30 gennaio Orlando fa un tweet in cui chiede che venga tolto il 41 bis a Cospito. Cosa capiscono i detenuti mafiosi? Che un domani se fanno lo sciopero della fame, magari tolgono il 41 bis anche a loro”.

Peter Gomez ha precisato che un conto è il “ricatto” del leader anarchico, un conto è fare una valutazione politica della decisione dell’allora ministra della Giustizia, Marta Cartabia e dell’allora capo del Dap di mettere Alfredo Cospito al carcere duro: “Si potevano fare altre cose” ha concluso il direttore.